E rinvia il viaggio in Israele. Esplosioni a Kherson. Raid su Odessa, colpito anche il museo delle Belle Arti
Un nuovo oltraggio: così Kiev ha bollato il bombardamento russo su Odessa, dove a farne le spese oltre ai civili è stato il museo delle Belle Arti, patrimonio Unesco come tutto il centro storico della città portuale che si affaccia sul Mar Nero. Nell’attacco notturno con quattro missili e droni, condannato fermamente proprio dall’Unesco, sono stati gravemente danneggiati anche 20 edifici, mentre il bilancio è di 8 feriti. Solo un miracolo ha salvato i tesori del museo: le immagini mostrano crepe nei muri e finestre frantumate dalle esplosioni. “Avremmo potuto perdere molti dei nostri pezzi, reperti molto famosi in tutto il mondo. Fortunatamente, questo non è accaduto”, ha detto il sindaco della città ucraina, Hennadiy Trukhanov. La gran parte della collezione del resto, ha precisato il governatore della regione di Odessa, Oleh Kiper, è stata portata in luoghi sicuri dall’inizio delle ostilità. E le opere presenti, ha proseguito, “non sono state danneggiate”. Nuovi violenti bombardamenti hanno scosso nella notte anche Kherson, alle porte della Crimea. Anche in questo caso si è parlato di miracolo perché un edificio di 5 piani è stato semidistrutto: per fortuna non si registrano vittime. Qui sono stati abbattuti 5 droni kamikaze di fabbricazione iraniana Shahed. E proprio i droni, che in Ucraina hanno segnato l’inizio di una nuova era militare per il loro massiccio utilizzo, sono al centro dell’attività di produzione di Kiev. Velivoli simili agli Shahed ma con un raggio d’azione di oltre 1.000 chilometri “sono prodotti in serie” dal conglomerato di difesa statale ucraino Ukroboronprom. “La cosa più importante è che volano ed esplodono, e la Difesa li ha ordinati”, ha detto sarcastico il direttore generale, Herman Smetanin, rifiutandosi di confermare altri dettagli per “ragioni di sicurezza”.
Russia, il leader ceceno Kadyrov: “Ex mercenari della Wagner si addestrano con noi”
Kiev, che si appresta a prorogare la legge marziale in vigore nel Paese così come la mobilitazione generale dal 16 novembre prossimo per altri 90 giorni, non nasconde anche di puntare molto sui missili e assicura che nel complesso la produzione di armamenti “vedrà un incremento del 62% rispetto allo scorso anno”, ha detto ancora Smetanin. Il capo di Ukroboronprom ha poi promesso una lotta senza quartiere alla corruzione, nel giorno in cui gli 007 di Kiev hanno arrestato l’ex viceministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, accusato di aver sottratto 25 milioni di euro in una commessa per l’acquisto di uniformi per l’esercito.
Viene chiamato per andare in guerra: il cantante russo Xolidayboy sviene sul palco
E mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ammonisce che il popolo ucraino deve prepararsi al “peggior inverno di sempre”, tiene banco la vicenda dei 19 soldati rimasti uccisi venerdì scorso da un raid russo durante una cerimonia per assegnare dei riconoscimenti. Una strage che “poteva essere evitata”, ha detto il presidente Volodymyr Zelensky annunciando l’apertura di un’inchiesta. Sui social russi si butta benzina sul fuoco: “Dopo essere stati colpiti in modo simile, abbiamo smesso di metterci in fila e iniziato a guardare il cielo”, recita un blog filo Mosca. Tecniche vecchie e nuove della guerra a cui si stanno addestrando diversi mercenari della Wagner che hanno scelto come professori quelli delle forze speciali Akhmat, fiore all’occhiello del leader ceceno Ramzan Kadyrov. Segno che la ferocia non si finisce mai di impararla.
Fonte: https://www.lastampa.it/