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Wikilieaks pubblica nuovi documenti dell’esercito USA

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La guerra ai tempi di Wikilieaks.

 

Il sito attivista Wikileaks si prepara a un nuovo colpo mediatico ai danni dell’esercito USA. Dopo i documenti del Pentagono sulla guerra in Afghanistan, pubblicherà nei prossimi giorni 400.000 documenti sul conflitto in Iraq.

“La prossima settimana il sito rende pubblici 400.000 documenti riservati sulla guerra in Iraq”

Nuove prove presto online – Le nuove pagine riservate che gli attivisti intendono pubblicare sono relative ai tanti anni di guerra in Iraq: una prima tranche di più di 90.000 documenti era stata diffusa prima dell’estate e la pubblicazione della prossima molte di documenti riservati è prevista per la prossima settimana, probabilmente già lunedì 25 ottobre. Al momento comunque il sito non è raggiungibile, ma rimanda all’account Tweeter dell’organizzazione o alla chat via web o IRC.

Anonimato garantito – Le informazioni in possesso di Wikileaks sono fornite da fonti anonime e top secret che, secondo le direttive del dibattuto fondatore del sito, Julian Assange, hanno diritto e garanzia di rimanere per sempre segrete. Così è stato nel caso del video dell’uccisione di alcuni civili, dove ha perso la morte un fotoreporter dell’agenzia Reuters, e così è avvenuto in occasione della pubblicazione degli altri documenti top secret.

Preoccupazione al Pentagono – I nuovi documenti che diventeranno accessibili a tutti gli utenti del web, stanno già agitando il Pentagono: le operazioni militari descritte all’interno dei fascicoli avrebbero infatti, come il sito ha dimostrato nei precedenti casi, sarebbero peggiori rispetto a ciò che il governo USA ha sempre dichiarato all’opinione pubblica. Per questo i vertici del Pentagono hanno incaricato 120 persone di analizzare l’impatto che tali informazioni portebbero avere sul pubblico. Anche se la maggior preoccupazione delle forze armate americane è che la pubblicazione di tali documenti possa compromettere le future operazioni e la sicurezza dell’esercito USA, delle forze di sicurezza iraquene e dei civili presenti nel paese mediorientale.

 

Fonte: focus.it