AGI – Il rapporto debito/Pil “potrebbe essere sceso” intorno al 150% alla fine del 2021 rispetto al 156% del 2020 e alle previsioni “che lo vedevano prossimo al 160%”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto oggi al congresso Assiom Forex a Parma. “La marcata ripresa dell’economia – ha detto – è stata decisiva per interrompere l’aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto, che alla fine del 2021 potrebbe essere sceso su valori prossimi al 150% (da circa il 156% raggiunto nel 2020), un livello nettamente inferiore a quanto previsto all’inizio dello scorso anno e anche alle valutazioni ufficiali pubblicate in autunno. In presenza di un saldo primario migliore delle attese ma comunque ampiamente in disavanzo, il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l’onere medio per interessi e la crescita nominale dell’economia. Questo risultato, pur nell’eccezionalità delle circostanze che lo hanno determinato, con riferimento sia al recupero dei livelli di attività dopo la profonda recessione sia alle condizioni monetarie estremamente espansive, mostra con chiarezza l’importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito”.
Secondo il governatore, “dall’avvio della crisi pandemica la nostra economia ha mostrato una forte capacità di recupero, fornendo segnali incoraggianti sulle sue condizioni di fondo”. E dalla prossima primavera, con il progressivo miglioramento del quadro sanitario, l’econoomia dovrebbe riacquistare vigore. Secondo le ultime stime – ha detto Visco – la crescita del prodotto si avvicinerebbe nella media di quest’anno al 4%, per poi attenuarsi nei prossimi due”.
“La produzione industriale – ha poi aggiunto – si è riportata già dalla scorsa primavera sui livelli precedenti la pandemia; il Pil vi ritornerebbe alla metà di quest’anno, l’occupazione verso la fine. L’economia ha tratto ampio beneficio dagli interventi di sostegno che, salvaguardando il sistema produttivo e l’occupazione durante le fasi più acute della crisi, hanno permesso una rapida ripresa dell’attività una volta attenuate le misure di contenimento”.
Source: agi