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VIOLENZA SULLE DONNE, LE LEGGI CI SONO, COSA RESTA DA FARE? LAVORARE SULLA CULTURA

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Il ruolo dei centri antiviolenza è cruciale. Telefono Rosa Piemonte, opinione pubblica troppo assente

Persone dietro i numeri, storie individuali e uniche dietro i dati e questo non bisogna mai dimenticarlo, resta però che i numeri sono impressionanti e non solo quelli: da alcuni anni, ormai, assistiamo ad un continuo aggravamento delle diverse forme di violenza, con altissimi costi sanitari e sociali per le donne offese dalla violenza maschile.

Come risulta dagli accessi al pronto soccorso, molti anche più di una volta per la stessa donna.

 

Lo raccontano le volontarie di Telefono Rosa Piemonte nel report annuale 2022 pubblicato il 29 giugno 2023, cifre importanti, gravi, simboliche di quello che accade sul territorio nazionale.  La violenza maschile sulle donne mostra numeri inaccettabili. Non parliamo solo di femminicidi, che nel 2022 in Italia sono stati nuovamente superiori alle 100 unità, 104 per la tragica precisione. Dall’inizio 2023 siamo già a 44 includendo la minorenne Michelle assassinata a coltellate a Roma da un 17enne. Perchè? Qual è la causa? L’unico vero motivo da ricercare è la cultura patriarcale che continua a manifestarsi, a prescindere dal luogo e dall’estrazione sociale, con la violenza e il sopruso

Il ruolo dei centri antiviolenza è cruciale nel contrasto alla violenza maschile; lo sono anche le diverse iniziative di formazione rivolte ai giovani, sia a livello scolastico sia nei confronti delle aggregazioni alle quali partecipano (istituzionali o più informali, come le associazioni).

“Ci rendiamo però conto, perché tali sono le testimonianze delle donne, che – dicono le volontarie del Telefono Rosa Piemonte che compie 30 anni di attività –  le criticità sono ancora tantissime: i tempi e le modalità di applicazione delle tutele legali, per esempio. Le leggi potrebbero essere sufficienti, la loro applicazione è però molto meno sicura. Mancano ancora competenze specifiche nel mondo sanitario, scolastico ed educativo in generale, nelle stesse forze dell’ordine, anche se le formazioni loro dedicate si stanno moltiplicando. Manca la cultura diffusa. Di sicuro, vediamo una opinione pubblica piuttosto assente, con pregiudizi e stereotipi che ancora condizionano la vita stessa delle donne: vergogna, stigma e solitudine sono probabilmente gli ostacoli che si incontrano più frequentemente nelle donne vittime di violenza. Il nostro report annuale, quindi, ha come sempre tanti numeri: ma nella lettura dei dati non possiamo dimenticare che ogni numero rappresenta una storia individuale, un vissuto, una esperienza familiare, una mancata sicurezza.  Vorremmo che le violenze evidenziate, talvolta anche già gravissime, non sfociassero in tragedie annunciate.  E che nessuna donna, giovane o meno giovane, concludesse la propria esistenza in un sacco dei rifiuti abbandonato in strada di fianco a un cassonetto della spazzatura: come accaduto solo ieri 28 giugno a Michelle Maria Causo, minorenne di Roma “.

Il report porta la sua attenzione su moltissime altre questioni che restano gravissime ma che sono anche segnali inequivocabili (reati spia, come vengono definiti) nei confronti del rischio per le donne di essere uccise dal proprio partner o ex.

780 le donne accolte, 4.952 i contatti della sezione aiuto on line, e-mail e social. Nel 26,66% dei casi, si tratta di ragazze sotto i 16 anni o appartenenti alla fascia di età dai 16 ai 29 anni: si confermano quindi i dati secondo i quali la violenza maschile incide sempre più precocemente nella vita delle donne. Il 71% delle donne accolte sono italiane, il 29% straniere, la maggior parte delle quali proviene da paesi extra-UE.

330 le donne vittime di violenza fisica, 345 di violenza verbale e minacce, 79 da violenza sessuale e 157 da altre forme di violenza sessuale, quali molestie, in presenza oppure on line, revenge porn, obbligo di prestazioni sessuali umilianti o degradanti. Sempre superiore al 50% il livello di rischio alto o altissimo di ulteriori forme di violenza per le donne che ricorrono alla nostra associazione, dove altre forme di violenza sono rappresentate dalle 167 donne vittime di stalking o cyberstalking, 554 offese da violenza psicologica, 240 vittime di violenza economica. Per il 55,72% dei figli è stata rilevata violenza assistita, mentre il 27,86% subisce anche violenza diretta.

 

Fonte: ANSA