“La diffusione di stereotipi di genere tra gli italiani è sempre più bassa, ma i maschi più giovani sembrano mostrare una netta insofferenza verso la parità che si esplicita in un atteggiamento generale di richiamo della centralità del ruolo maschile, anche all’interno di spazi storicamente più percepiti come al femminile”. E’ quanto emerge dall’indagine Swg ‘Violenza di genere: percezione e opinione della popolazione italiana’ condotta per Giornaliste Italiane. L’indagine è stata condotta tramite interviste online con metodo Cawi (Computer Assisted Web Interview) su un campione composto da 837 cittadini italiani maggiorenni, rappresentativi della popolazione italiana per genere, età, zona geografica di provenienza, titolo di studio e partito votato alle ultime elezioni. Le interviste sono state raccolte dal 13 al 15 novembre 2024.
“Rispetto alla violenza di genere – si legge ancora – l’atteggiamento di fondo degli italiani evidenzia da un lato la responsabilità piena e incontrovertibile attribuita a chi la violenza la agisce, soprattutto se la vittima non è in condizioni di opporsi, dall’altro la necessità che una donna debba comunque sempre rimanere in guardia ed evitare situazioni che potenzialmente possano metterla in pericolo. E per 4 italiani su 10 alcune donne si mettono in pericolo da sole. Anche in questo caso l’opinione dei giovani uomini è decisamente più assolutoria nei confronti del genere maschile, mentre tra le giovani donne sono ritenute inaccettabili tutte le forme che ne limitano la libertà”.
Quanto all’autore di violenza sulle donne, l’identikit tracciato è “profondamente” diverso tra giovani maschi e giovani donne. “Per i primi corrisponde alle caratteristiche del soggetto ai margine della società, con precedenti penali e problemi psichici”, mentre per le seconde, “assomiglia molto di più al vicino di casa”. “Se per 8 italiani su 10 una donna che ha subito violenza dovrebbe sempre presentare denuncia, questa certezza cala al 74% tra le giovani donne e al 63% tra i giovani uomini. Sulla questione educativa, invece, l’accordo è decisamente più trasversale: genitori e scuola hanno la responsabilità di lavorare per trasmettere una corretta dimensione dei rapporti di genere”, conclude l’indagine. (AGI)