“E’ assolutamente irragionevole – afferma Finocchiaro – che di fronte al fatto che oggi per le banche il costo del denaro è allo 0,5%, la soglia di usura determinata da Via Nazionale sia ancora quella di un tasso dell’ 8,5% su mutui a tasso fisso e del 7,71% su mutui a tasso variabile, soglia altissima se teniamo conto che nel 2007 quando le banche compravano il denaro al 4% la soglia di usura era determinata all’8,3% su base annua. Ancora più scandalose le soglie applicate su crediti personali e carte revolving dove il tasso usura resta ancora al 24,61% e sui prestiti vatia dal 18,46% al 18,41%. Finocchiaro ricorda che “nel 2011 si è fatta una legge in favore dei banchieri modificando il criterio di calcolo della soglia trimestrale: prima si prendeva la media dei tassi praticati per un determinato tipo di finanziamento e lo si aumentava del 50%; ora la base di partenza è sempre il tasso medio praticato che però va aumentato del 25% e al quale va poi sommato un altro 4%”. “Insomma una norma che penalizza gli utenti bancari e fa lievitare il costo dei prestiti”. Confedercontribuenti chiede una modifica legislativa che eviti un aumento senza ragione del costo del denaro, portando il tasso soglia entro e non oltre un aumento del 50% rispetto all’andamento medio di acquisto del denaro da parte delle banche nell’ultimo semestre. Questo significherebbe per le imprese e le famiglie un risparmio di almeno il 70% rispetto all’attuale costo per interessi. Si chiedono, inoltre, norme legislative precise nell’applicazione di tutte quelle voci e commissioni che fanno ulteriormente lievitare il costo del denaro portandoli a sforare la soglia già altissima del tasso usuraio oggi in vigore. Una modifica necessatia e improcastinabile riguarda i costi applicati sulla commissione di istruttoria veloce. Infine, bisogna determinare un sistema di valutazione per gli affidamenti omogeneo e non discrezionale da parte delle singole banche. Oggi in ragione del rating assegnato sugli affidamenti le banche aumentano in maniera esponenziale i tassi. Il Parlamento intervenga facendo una riforma credibile e utile sia alle imprese che al sistema bancario. La diminuzione del costo del denaro è una priorità per affrontare la crisi e rendere competitive le imprese che sono oggi penalizzate dal caro denaro, sia sul fronte della competitività nazionale che internazionale.