(AGI) – Roma, 5 sett. – Sulla strage di Ustica “chi sa parli ora”: questo l’appello lanciato dall’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, in un intervento su Repubblica dal titolo “Il mio bisogno di verità” in cui ha spiegato il motivo dell’intervista rilasciata allo stesso quotidiano sabato scorso in cui avanzava l’ipotesi che un missile francese abbia abbattuto il Dc9 dell’Itavia nel 1980.
“Chi sa parli ora”, ha scritto l’ex premier, “questo il senso dell’appello rivolto ai testimoni reticenti, gli ultimi sopravvissuti di una generazione che si sta estinguendo (ma curiosamente mi è stato chiesto anche dalla premier di produrre nuove prove)”.
“Dopo l’uscita dell’intervista su Ustica, una domanda è circolata insistentemente nei giornali, in Tv, sui social: perché proprio ora?”, osserva Amato. “Ma se la domanda è lecita per definizione, sono risultate sorprendenti alcune delle risposte che attribuiscono all’intervistato strategie di ogni genere, dall’urgenza di una nuova verginità politica al desiderio di carriera quirinalizia mai esausta, dalla volontà di guastare i rapporti già fragili con la Francia all’impulso distruttivo verso il governo della destra”. “Salvo poi rimangiarsi l’intervista data a Repubblica — ieri abbiamo letto anche questo — in preda a improvviso pentimento”, ha osservato.
“Dispiace mettere fine a queste congetture di sicuro fascino romanzesco, ma la verità è molto più banale”, ha aggiunto, “le interviste nascono — pensate che bizzarria! — perché c’è un giornale che le chiede, un direttore che le sollecita, una giornalista che ci lavora sopra”. “Ne è scaturito”, spiega Amato, “un racconto storico che non aspirava a rivelare segreti sconosciuti — come è detto chiaramente nell’articolo — ma ad avvalorare una ricostruzione che è custodita in centinaia di pagine scritte dai giudici, nelle svariate perizie, anche nelle inchieste di giornalisti bravi come Andrea Purgatori, ma che si è dovuta arrestare davanti a più porte chiuse”. (AGI)
RED/SAR