I dazi Usa annunciati da Donald Trump potrebbero essere meno aggressivi di quanto minacciato in campagna elettorale dal presidente eletto. È quanto sostiene il Washington Post, citando tre persone vicine al dossier.
Secondo il quotidiano, il team di esperti scelto da Trump sta valutando piani tariffari che verrebbero applicati a tutti i Paesi ma coprirebbero solo determinati settori considerati sensibili per la sicurezza nazionale o economica. Un cambiamento che eliminerebbe un aspetto chiave della promessa elettorale di Trump, ma che secondo le fonti è ancora allo studio e la cui pianificazione rimane in divenire. Le discussioni preliminari si sono in gran parte concentrate su diversi settori chiave che la squadra di Trump vuole riportare negli Stati Uniti, hanno spiegato le fonti. Questi includono la catena di approvvigionamento industriale della Difesa (attraverso dazi su acciaio, ferro, alluminio e rame); forniture mediche critiche (siringhe, aghi, fiale e materiali farmaceutici); la produzione di energia (batterie, minerali di terre rare e persino pannelli solari).
Non è chiaro come questi nuovi piani si sposino con gli ultimi annunci di Trump di dazi del 25% sui prodotti che arrivano da Messico e Canada e un’ulteriore tariffa del 10% su quelli dalla Cina a meno che non adottino misure per ridurre la migrazione e il traffico di droga. (AGI)