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Usa: Trump a processo, giudice ricusato resta al suo posto

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Nel giorno del primo processo penale della storia a un ex presidente degli Stati Uniti, il giudice ha respinto la richiesta di Donald Trump di ricusarlo, mentre l’accusa ha chiesto una sanzione nei confronti del tycoon per una possibile violazione al divieto di rilasciare dichiarazioni lesive dei testimoni. E questo è solo il primo giorno del processo che si è aperto a New York con la selezione dei dodici membri che faranno parte della giuria popolare, chiamati a decidere se Trump commise reato nel 2016, quando ordinò il pagamento di centinaia di migliaia di dollari a due donne, una pornostar e un’ex coniglietta di Playboy, per non far rivelare loro in piena campagna elettorale di aver avuto con lui una relazione sessuale.
Prima dell’inizio della procedura di selezione dei giurati – i candidati sono centinaia – il giudice Juan Merchan ha annunciato che non lascerà l’incarico come chiedevano i legali di Trump, per i quali la figlia del giudice aveva mostrato in passato la sua avversione verso il tycoon. La procura distrettuale di Manhattan ha, invece, chiesto di multare l’ex presidente di 3 mila dollari per violazione al divieto di attaccare i testimoni che saranno chiamati a deporre in aula. Nel fine settimana Trump aveva attaccato sui social il suo ex avvocato e tuttofare, Michael Cohen, l’uomo che anticipò di tasca propria i 130 mila dollari dati alla pornostar Stormy Daniels. Su questo caso il giudice Merchan si è preso del tempo per decidere.
Il processo vero e proprio comincerà quando la giuria popolare verrà formata. Potrebbero volerci due settimane, a cui aggiungere almeno quattro settimane di udienze prima della sentenza. Un verdetto potrebbe arrivare a giugno. Trump, in qualità di imputato, dovrà assistere alle udienze. Il mercoledì il processo osserverà una giornata di pausa e quello sarà il momento in cui l’ex presidente andrà a fare campagna elettorale e parteciperà a eventi per la raccolta di donazioni. Le schermaglie legali che hanno animato il prologo del processo hanno finito per irritare l’ex presidente: il tycoon ha scosso più volte la testa e lanciato sguardi sarcastici verso il giudice Merchan. Fuori dal tribunale c’erano più giornalisti e troupe televisive che manifestanti.
Lo “spettacolo”, perché è così che lo descrivono i media americani, delle testimonianze, a cominciare da quella di Stormy Daniels, farà entrare il processo nel vivo, ma bisognerà aspettare maggio. Trump deve rispondere di 34 capi d’accusa per i quali si è sempre dichiarato innocente. Anche in caso di condanna, il tycoon non si ritirerà dalla corsa presidenziale. Anzi, sostengono i media, utilizzerà questo ennesimo processo per attaccare il sistema giudiziario e dichiararsi vittima di Washington. (AGI)