Alex Spiro, avvocato di Musk, ha definito la citazione in giudizio come il culmine della “campagna pluriennale di intimidazione” della Sec contro il suo assistito. “E’ l’ammissione che non sono riusciti a istruire una reale causa, Musk non ha fatto niente di male e tutti vedono questa farsa per quello che è”, ha aggiunto.
La citazione in giudizio da parte della Sec arriva dopo un’indagine protrattasi per due anni sul vantaggio che il patron di Tesla avrebbe tratto nel non aver informato tempestivamente che stava rastrellando le azioni: una notifica avrebbe infatti fatto salire immediatamente il prezzo.
Quando l’acquisto fu comunicato alla Sec, il 4 aprile 2022, Musk possedeva già il 9,2% di Twitter anche se lui si è sempre difeso sostenendo che si era trattato di un errore in buona fede.
Un mese fa lo stesso Musk aveva rivelato che la Sec gli aveva fatto sapere che l’indagine era in chiusura e gli avrebbe intimato di accettare un accordo entro 48 ore avvertendolo che in caso contrario sarebbe stato chiamato a rispondere in tribunale di frode finanziaria. (AGI)