Il caso degli attacchi dell’Idf alle basi della missione Onu in Libano “va chiarito tra governi alleati di Paesi amici come Italia e Israele, e un ulteriore chiarimento sarà forse a questo punto opportuno anche riguardo la funzione di Unifil in quel territorio”: lo afferma la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, in un’intervista a Repubblica. “Poi è chiaro che i fatti recenti potrebbero porre nuove criticità nelle relazioni tra Italia e Israele”, ha ammesso Di Segni, “per noi però è importante che anche questi ultimi accadimenti non si prestino a una demonizzazione”. “Israele poi avvisa sempre i civili primi di intervenire, si figuri se non lo fa con i soldati di un esercito alleato”, ha sottolineato.
La presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane ha ricordato di aver scritto alla premier Meloni e ai ministri
Tajani e Crosetto dopo gli attacchi alle basi Unifil: “La lettera doveva restare riservata. Il governo italiano è stato coerente alle esigenze di Israele e delle comunità ebraiche, ma quanto accaduto mette tutti in stato di allerta”. “Israele, gli ebrei nel mondo, io stessa: siamo tutti lacerati sul modo di condurre questa guerra”, ha aggiunto, “e il dolore è terrificante: se a Gaza il proseguimento degli attacchi è legato alla ricerca degli ostaggi, in Libano è più evidente che c’è un’organizzazione terroristica, la guerra lì è più mirata e più circoscritta per evitare che mezza Israele sia paralizzata”. (AGI)