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UNA REALE EVOLUZIONE DEL SISTEMA SCUOLA: AUSPICIO o CHIMERA?

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Di Alter Magister

In questi giorni di insediamento dell’Esecutivo Draghi il Direttorio di otto ministri tecnici si avvale della qualificata collaborazione del Prof. Patrizio Bianchi, nome già noto negli annali della cultura accademica e con un curriculum non indifferente.

Le doti umane e professionali del nuovo titolare del dicastero della Pubblica Istruzione sono comprovate, legate ad una esperienza di gestione dell’Assessorato Scuola per la Regione Emilia-Romagna sotto Errani. Il professore universitario formatosi alla London School of Economics, dove non si può prescindere dall’impronta del famoso economista Robinson, indubbiamente conosce e  coniuga da sempre cultura accademica e gestione pubblica.

Il cittadino lavoratore del domani, oggi adolescente, non guarda al sistema scuola con apprensività, semmai con opinabile sfiducia, poiché anche il prof. Bianchi criticamente conosce le difficoltà di “attualizzazione” di una scuola emancipativa, progressiva, da digitalizzare ma anche da rifondare nei suoi caratteri impliciti nella esigenza di garantire socializzazione e selezione delle attitudini. In questo, due assi fondamentali sono l’empowerment della formazione docente in tutte le sue implicazioni psico-pedagogiche, che i genitori spesso reclamano nei deputati organi collegiali, dall’altro la necessaria emersione di una nuova consapevolezza studentesca, nella costruzione di un patto programmatorio e corresponsabilizzato tra istituzione ed utenza. Ma è proprio il fronte dell’innovazione digitale e dei metodi di valutazione che impegnerà le future generazioni docenti, nella difficile coniugazione tra risorse, crismi ministeriali ed autonomia didattica. Il controllo perenne delle valutazioni, l’abuso della tracciabilità per test, da sempre comporta un duplice rischio. Omologazione delle valutazioni, non esaltazione delle motivazioni ad apprendere, scadente autostima di chi apprende e di chi insegna.

Ovvio che il  nuovo Ministro traghetterà l’esperienza del mastodontico sistema istruzione verso l’implementazione di standard programmatori, formativi, amministrativi consoni ad una scuola europea rinnovata, socialmente orientata, con futuri scenari di multimedialità, sostenibilità, digitalizzazione del sapere.

Vi è da chiedere, auspicio che molti rivolgono al cosciente neo-ministro, che questa fase di rinnovamento passi attraverso un massiccio investimento in strutture, supporti, reti, biblioteche fisiche e virtuali, ma soprattutto una sempre giovane autogestione delle comunità educative, in osmosi col territorio. Per evitare che sorgano sempre le vecchie diatribe tra dirigenze e docenze, non dimenticando il profetico quadro del Mastronardi “il maestro di Vigevano”, romanzo che già nel dopoguerra sarcasticamente evidenziava le contraddizioni del rapporto tra modelli educativi e modelli di implementazione sociale del boom economico nella Lombardia degli anni  50 del Novecento.

Questo l’augurio al Prof. Bianchi: di onorare ancor di più l’eredità di Visalberghi, Falcucci, Tullio De Mauro, per una nuova esperienza coerente con l’umanizzazione del rapporto docente-discente.