AGI – Distribuiva aiuti alle famiglie confezionando pacchi alimentari con cibi di pregio e altri di minor valore, ‘per sfigati’, discriminando anche una cittadina extracomunitaria per motivi religiosi. Sono gli elementi venuti alla luce nell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, e dell’ex assessore oggi consigliere comunale Giorgio Carando.
Le accuse a vario titolo mosse a carico degli indagati riguardano diverse ipotesi di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale. Le indagini, coordinate dalla Procura di Vercelli ed effettuate dalla Sezione Operativa del Nor del Comando Compagnia Carabinieri di Vercelli, sono nate a seguito delle dichiarazioni rilasciate ai Carabinieri da un’impiegata del Comune di San Germano Vercellese. La donna aveva denunciato di essere stata estromessa dalla gestione delle pratiche relative alle assegnazioni delle derrate alimentari acquistate dal Comune di San Germano con fondi statali, per destinarli ai cittadini in difficoltà economiche a causa della pandemia.
Dalle intercettazioni ambientali, oltre che dai riscontri documentali, emerge una gestione a dir poco discutibile delle derrate alimentari acquistate con i fondi stanziati dallo Stato per sostenere le famiglie più colpite dalla crisi economica conseguente alla pandemia da Covid 19. Anzitutto le scelte sugli acquisti da fare, tra cui spiccano beni non esattamente di prima necessità, come mazzancolle e capesante surgelate. Ma è dalle intercettazioni ambientali che è emersa l’aspetto più odioso della vicenda: la scelta consapevole e determinata di utilizzare criteri non omogenei nella gestione degli aiuti.
Sono gli stessi amministratori arrestati che, nel corso di un’intercettazione, commentano il proprio operato ammettendo di fare ‘figli e figliastri’ e di consegnare, ai soggetti a loro meno graditi, il ‘pacco da sfigati’, ovvero di minor valore per tipologia e quantità dei beni contenuti. Particolarmente significativa la vicenda di una cittadina extracomunitaria in gravi difficoltà economiche, alla cui richiesta di evitare l’invio di alimenti che lei e i suoi figli non avrebbero mai consumato per motivi religiosi, ha fatto seguito, su diretta disposizione del sindaco, la mancata erogazione di ulteriori aiuti e la distruzione dagli atti del protocollo della richiesta recapitata in Comune dalla donna.
Anche di questa vicenda c’è riscontro nelle intercettazioni ambientali all’interno dei locali comunali: in una registrazione si sente il sindaco esternare animosamente il proprio disappunto per le richieste della donna. Per questo motivo al primo cittadino è stata contestata anche l’aggravante della finalità di discriminazione ed odio razziale. Un ruolo a parte, nella vicenda, spetta al solo consigliere comunale Giorgio Carando, al quale vengono contestati numerosi episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti sia mediante monitoraggio satellitare della sua auto.
Risulta che Carando, il quale aveva accesso al magazzino ove erano custodite le derrate, si sia impossessato di rilevanti quantità di prodotti acquistati dal Comune, a vantaggio proprio o dei propri familiari. Tra le contestazioni c’è anche quella di irregolarità sull’approvvigionamento di 2.000 mascherine protettive, acquistate dal Comune presso una ditta campana che risulta legata, per motivi professionali, allo stesso Carando, nonostante l’esistenza di un altro più economico preventivo fornito da un’altra azienda.
Vedi: Un sindaco faceva due tipi di pacchi le famiglie bisognose: per gli ‘amici’ e per gli ‘sfigati’
Fonte: cronaca agi