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Un museo nell’antico monastero veneziano di Ayia Napa a Cipro

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Circondato dalle strutture un po’ chiassose del turismo di massa, resiste al passare del tempo l’antico monastero veneziano di Ayia Napa a Cipro nel distretto di Famagosta, che con il suo bugnato è uno dei pochi edifici rinascimentali rimasti a testimonianza della dominazione durevole della Serenissima, ma anche della presenza ottomana sull’isola. E’ una costruzione del XVI secolo, periodo del dominio veneziano a Cipro, che si intende far rinascere come museo contenente i reperti della sua lunga storia, attraverso un progetto che coinvolge l’Università Ca’ Foscari, l’Università tedesca di Berlino (Freie Universität Berlin) e la Diocesi di Famagosta. L’istituzione del museo nell’ex monastero di Ayia Napa a Cipro è un progetto interdisciplinare, finanziato con fondi europei e del governo di Cipro. È sostenuto dalla Diocesi di Famagosta, dal Dipartimento delle Antichità di Cipro e dalla Municipalità di Ayia Napa. Sul monastero abbiamo pochissime fonti documentarie, poche descrizioni di pellegrini tedeschi e italiani, che lo avevano visitato e lo descrivono, ma rimangono ancora grandi interrogativi, per esempio da quale ordine monastico sia stato occupato, anche se sicuramente nacque come monastero cattolico. Dopo la presa di Famagosta e il celebre episodio del supplizio di Marcantonio Bragadin, molte chiese cattoliche divennero ortodosse a seguito della conquista ottomana dell’isola, e con esse questo monastero. Il progetto di allestimento museale è collegato anche ad approfondimenti di ricerca per i quali la funzione ponte degli studi storici ed epigrafici è particolarmente adatta. Tra le curiosità del museo ci sarà anche la ricreazione in pietra di un’iscrizione perduta, che fu disegnata da un viaggiatore inglese del ‘700, in cui tre cittadini della Famagosta veneziana venivano ricordati per aver finanziato la costruzione cinquecentesca della chiesa in onore della Vergine. Una volta completato il museo, il progetto proseguirà come progetto di ricerca e formazione, in collaborazione con la Freie Universität di Berlino, l’Accademia di Sant’Epifanio e l’Università Ca’ Foscari Venezia.
Il monastero, fondato nel 1530 vicino a Famagosta, ha una lunga storia. Il suo nome significa “valle boscosa” poiché la costa sud-est di Famagosta era nota per la ricca vegetazione, una foresta idilliaca ricca di sorgenti naturali. Con la sua chiesa rupestre risalente al periodo bizantino, che espone una famosa icona della Vergine Maria, e una cappella latina, era un luogo di culto visitato da pellegrini ortodossi e cattolici. Successivamente fu utilizzato solo come monastero ortodosso e nel XX secolo come centro ecclesiastico ecumenico. Il progetto Ayia Napa, coordinato per Ca’ Foscari dal Lorenzo Calvelli, ha come obiettivo quello di allestire un museo negli ambienti dell’ex monastero, rendendo tangibile questa storia, valorizzando rinvenimenti archeologici, reperti locali, elementi edilizi del monastero, che costituiscono la maggior parte dei beni ivi custoditi, e un ricco tesoro di icone (post-)bizantine provenienti dalla parte settentrionale di Cipro, occupata dall’esercito turco dal 1974. Questo progetto museale mira a far conoscere la storia del monastero oltre alle relazioni interreligiose che hanno plasmato in modo significativo la cultura di Cipro.
“Anche se la storia di Cipro è spesso concepita come una sequenza di conflitti e dominazioni, – spiega Lorenzo Calvelli, – l’isola si configura in realtà da millenni come un crocevia di culture. Il monastero di Ayia Napa è un luogo magico, che tornerà a rinascere grazie alla collaborazione internazionale fra diverse istituzioni culturali e di ricerca. L’enfasi del nostro lavoro riguarda il rapporto fra il monastero e il territorio, per capire come le risorse naturali abbiano contribuito a far nascere un complesso architettonico straordinario nell’ambito di una regione molto particolare di Cipro. Anticamente, infatti, Ayia Napa era una zona poco abitata, mentre adesso è al centro dei principali flussi del turismo di massa a livello mediterraneo. Il nostro obiettivo è quello di favorire il turismo culturale, per consentire sia alle comunità locali, che ai visitatori esterni, di comprendere meglio la storia di un monumento molto suggestivo”. (AGI)