La von der Leyen, sugli sforzi necessari per far fronte al caro bollette, ha citato come esempio positivo un’eccellenza tutta italiana. “I lavoratori delle fabbriche di ceramica del Centro Italia hanno deciso di spostare i loro turni al mattino presto, per beneficiare della riduzione dei prezzi dell’energia. Un esempio da seguire”.
di Redazione
L’erba del vicino è sempre più verde, significa che quando qualcuno è invidioso di ciò che possiedono gli altri, non si apprezza quello che si ha. E noi italiani, che siamo nel DNA esterofili, questo motto l’abbiamo fatto nostro fin dentro le ossa. Masochisti come siamo, ci piace piangerci addosso.
Eppure, dall’estero hanno una percezione diversa del nostro Paese.
A gennaio di quest’anno, l’Economist, giornale economico inglese, aveva decretato che “L’Italia è il Paese dell’anno nel 2021. L’onore va all’Italia – annunciava la prestigiosa rivista britannica – per la sua politica“.
A fargli eco, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha sempre avuto parole di elogio verso l’Italia, aveva dichiarato: “Grazie alla solidarietà europea e alla capacità dell’Italia di gestire efficacemente la pandemia, l’economia italiana sta crescendo più in fretta che in qualunque altro momento dall’inizio di questo secolo“.
Il Pil del Paese “ritornerà ai livelli precrisi già entro la metà del prossimo anno. Gli ordinativi sono in crescita e le imprese sono alla ricerca di personale. Negli ultimi anni non ci sono mai state così tante offerte di lavoro – ha aggiunto – E tuttavia troppi giovani rimangono ancora disoccupati. In questi mesi di ripresa economica, l’occupazione giovanile sta crescendo più lentamente rispetto quella delle altre fasce d’età. È ora di cambiare le cose. Voglio un’economia che funzioni per i giovani come voi. Un’economia che corrisponda alle vostre attese. Un’Unione Europea per la prossima generazione“.
E se lo dice Lei c’è da crederci.
La von der Leyen, in questi giorni, è tornata in argomento con gli elogi al sistema Italia.
Sugli sforzi necessari per far fronte al caro bollette, ha citato come esempio positivo un’eccellenza tutta italiana. “I lavoratori delle fabbriche di ceramica del Centro Italia hanno deciso di spostare i loro turni al mattino presto, per beneficiare della riduzione dei prezzi dell’energia. Immaginate i genitori tra loro, che devono uscire di casa presto, quando i bambini stanno ancora dormendo, a causa di una guerra che non hanno scelto“. “Questo è un esempio – ha proseguito il presidente – su un milione di europei che si adattano a questa nuova realtà. Voglio che la nostra Unione prenda esempio dalla sua gente. Ridurre la domanda durante le ore di punta farà durare più a lungo l’offerta e farà scendere i prezzi“.
Ci fanno piacere questi elogi e apprezzamenti per l’attività industriale e commerciale del Paese, ma intanto ad una fabbrica del centro Italia, che produce ceramica, l’anno scorso pagava 30mila euro di luce, questo mese gli hanno recapitato una bolletta di 300mila euro; ad un piccolo bar di provincia che l’anno scorso pagava millecinquecento euro, questo mese ne deve pagare 5mila euro.
“E io pago”, diceva Totò.
Incassiamo gli elogi della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, faremo i sacrifici che ci sono chiesti sul risparmio energetico, ma non si vive di soli elogi, le bollette bisogna alla fine pagarle, per non mettere in ginocchio il Paese e salvaguardare i posti di lavoro.