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Ue: propone regole per pagamenti certi a Pmi e semplifica fisco

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Semplificazione fiscale, regole contro i ritardi nei pagamenti e nuovi stimoli agli investimenti e all’accesso al credito. Sono i pilastri dell’intervento legislativo della Commissione europea volto a sostenere i 24 milioni di piccole e medie imprese europee, che rappresentano il 99% di tutte le attività imprenditoriali nell’Ue e forniscono due terzi dei posti di lavoro nel settore privato. Queste aziende, che rappresentano oltre la metà del valore aggiunto nel settore delle imprese non finanziarie dell’Ue, si trovano a che fare con imprevedibilità e volatilità dovute alle crisi degli ultimi anni, dal Covid al caro bollette passando per la guerra in Ucraina.
Al quadro di difficoltà si aggiungono i problemi di lunga data, a partire dai pagamenti in ritardo: nell’Ue, in media, una fattura su due nelle transazioni commerciali viene pagata in ritardo (o non viene pagata affatto). Di qui l’intervento legislativo della Commissione, il nuovo Regolamento sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, che introdurrà un limite massimo di 30 giorni per effettuare il pagamento, eliminando le ambiguità della direttiva del 2011 (che verrà abrogata) e colmando le lacune giuridiche.
Il testo proposto garantisce inoltre il pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione e introduce nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori. Il Collegio dei commissari, che si è riunito oggi a Strasburgo in occasione della sessione plenaria del Parlamento europeo, ha inoltre adottato un provvedimento volto a semplificare le regole fiscali delle pmi che vogliono operare a livello transfrontaliero. Il fatturato generato da queste aziende diventa infatti imponibile in più di uno Stato membro non appena l’attività all’estero crea una stabile organizzazione. Questa situazione genera elevati costi di conformità fiscale, nonché rischi di doppia o eccessiva imposizione e lunghe controversie legali, finendo per scoraggiare le attività transfrontaliere. Di qui l’intervento di Bruxelles volto a introdurre il sistema Head Office Tax (riportato con l’acronimo Hot), che darà alle pmi che operano a livello transfrontaliero attraverso stabili organizzazioni la possibilità di interagire con una sola amministrazione fiscale, quella della sede centrale, invece di dover conformarsi a più sistemi fiscali.

“Questa proposta – si legge nella presentazione del provvedimento – aumenterà la certezza e l’equità fiscale, ridurrà i costi di conformità e le distorsioni del mercato che influenzano le decisioni aziendali”. La Commissione ha poi adottato una comunicazione sugli aiuti alle pmi per proporre diverse misure non legislative per sostenere le pmi e garantire che il loro pieno potenziale economico sia sfruttato. In particolare Bruxelles vuole: semplificare l’attuale contesto normativo; semplificare le procedure amministrative e gli obblighi di rendicontazione per le pmi (anche attraverso la digitalizzazione); incrementare gli investimenti a disposizione delle pmi oltre gli oltre 200 miliardi di euro messi a disposizione nell’ambito dei vari programmi di finanziamento dell’Ue fino al 2027; incoraggiare lo sviluppo di una forza lavoro qualificata; sostenere la crescita delle pmi rivedendo, entro la fine del 2023, le attuali soglie per la loro definizione e sviluppando una definizione armonizzata. (AGI)
BXL/BRA