Il riconoscimento al Parlamento europeo di un pieno diritto di iniziativa legislativa; l’adozione di decisioni a maggioranza e non all’unanimità; una revisione delle norme sulla composizione della Commissione, con un numero di 15 commissari a rotazione tra gli Stati; la pubblicazione delle posizioni degli Stati membri dell’Ue su questioni legislative; la creazione di meccanismi di partecipazione adeguati e il rafforzamento del ruolo dei partiti politici europei, per dare più voce ai cittadini. Sono alcuni dei punti che il Parlamento europeo propone per la modifica dei Trattati. La relazione, preparata da cinque correlatori, è stata approvata con 305 voti favorevoli, 276 contrari e 29 astensioni.
Il Parlamento chiede riforme che rafforzino la capacità dell’Ue di agire e diano più voce ai cittadini. Tra le proposte presentate figurano “un sistema più bicamerale per evitare situazioni di stallo, attraverso un maggiore ricorso al voto a maggioranza qualificata e alla procedura legislativa ordinaria” e “il riconoscimento al Parlamento di un pieno diritto di iniziativa legislativa e del ruolo di colegislatore per il bilancio a lungo termine”. Gli eurodeputati chiedono “una revisione delle regole per la composizione della Commissione (ribattezzata ‘Esecutivo europeo’), tra cui l’elezione del suo presidente, con la nomina da parte del Parlamento e l’approvazione da parte del Consiglio europeo, al contrario del processo attuale, la limitazione del numero di commissari a 15 a rotazione tra gli Stati membri, la possibilità per il presidente della Commissione di scegliere il proprio collegio in base alle preferenze politiche, tenendo conto dell’equilibrio geografico e demografico, e un meccanismo per censurare i singoli Commissari”. Il Parlamento europeo chiede anche “la pubblicazione delle posizioni degli Stati membri dell’Ue su questioni legislative, per garantire una maggiore trasparenza in seno al Consiglio” e “la creazione di meccanismi di partecipazione adeguati e il rafforzamento del ruolo dei partiti politici europei, per dare più voce ai cittadini”.
I deputati chiedono più competenze dell’Ue in materia di ambiente e propongono di rendere di competenza condivisa alcuni settori che ora sono di esclusiva competenza dei Paesi, come salute pubblica (in particolare le minacce per la salute a carattere transfrontaliero, compresa la salute sessuale, riproduttiva e i relativi diritti), protezione civile, industria e istruzione. “Infine, auspicano una maggiore collaborazione tra Ue e Stati membri anche in quegli ambiti in cui le competenze sono già condivise, come energia, affari esteri, sicurezza esterna e difesa, politica delle frontiere esterne e infrastrutture transfrontaliere”. Ora spetta ai capi di Stato e di governo convocare una convenzione per prendere una decisione a maggioranza semplice. La presidenza spagnola del Consiglio dovrebbe presentare le proposte al Consiglio europeo di dicembre. (AGI)
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