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Ue: Michel travolto da critiche rinuncia a europee

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Non ha retto: il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha rinunciato alla sua candidatura alle elezioni europee del 6-9 giugno. Un passo indietro che arriva appena una ventina di giorni dopo aver reso pubblico la sua intenzione di correre per un seggio all’emiclo di Strasburgo, rappresentanto il partito liberale belga. Doveva essere una prova di democrazia. Ma il passo aveva seminato il panico tra i leader europei perché se non fosse stato individuato per tempo un successore il timone – seppure a interim – sarebbe passato alla presidenza di turno del Consiglio Ue, e quindi dal primo luglio nelle mani di Viktor Orban, il premier ungherese che a Bruxelles è l’emblema del sovranismo anti-europeista.
“Annunciare tempestivamente la mia decisione ha garantito che le mie intenzioni fossero trasparenti e ha dato al Consiglio europeo tempo sufficiente per preparare una transizione istituzionale agevole, nell’interesse europeo, dopo le elezioni europee. Il mio successore sarebbe stato scelto prima della prima sessione plenaria del nuovo Parlamento europeo”, ha spiegato Michel in un lungo post su Facebook (canale che generalmente non usa per le sue comunicazioni politiche).
“La mia scelta ha suscitato un’intensa attenzione e speculazione da parte dei media. In parte lo avevo previsto, data la natura senza precedenti, qualcuno direbbe audace, del mio approccio. Ciò ha portato anche a reazioni estreme – non all’interno del Consiglio europeo ma al di fuori di esso – alla prospettiva di candidarmi alle elezioni europee, accorciando il mio mandato e anticipando di qualche mese quello del mio successore”, ha evidenziato. “Non voglio che questa decisione ci distragga dalla nostra missione o mini questa istituzione e il nostro progetto europeo, né venga in alcun modo utilizzata impropriamente per dividere il Consiglio europeo, che credo debba lavorare instancabilmente per l’unità europea. Accolgo con favore tutte le critiche politiche e gli argomenti legittimi. Naturalmente ogni situazione ha diversi possibili punti di vista. Ma gli attacchi personali hanno sempre più la precedenza sulle argomentazioni basate sui fatti. Credo che ciò distorca il discorso democratico oggettivo. A livello personale mi porta a riflettere sul senso e sulla portata del mio impegno elettorale al quale ho dedicato trent’anni della mia vita, non solo per me ma anche per chi mi è vicino”, ha sottolineato ancora Michel.
“Per tutti questi motivi, e per mantenere il focus della mia missione, non mi candiderò alle elezioni europee. Dedicherò tutti i miei sforzi alle mie attuali responsabilità con ferma determinazione fino al loro termine. Sarò sempre un fervente sostenitore di un’Europa democratica, forte, unita e padrona del proprio destino. Al termine di questo mandato rifletterò sulla natura e sulla direzione dei miei impegni futuri”. Si chiude così un capitolo mai aperto. (AGI)

BRA