Oggi il Coordinamento dei comitati sardi contro la speculazione energetica si è riunito nel presidio ‘No Tyrrhenian link’ di Selargius: “Constatiamo con amarezza che la transizione proposta dal governo italiano è energetica ma non ecologica”, lamentano i portavoce. “Noi vogliamo che sia il popolo a decidere come contribuire alla salvezza del nostro pianeta, con forme di transizione più rispettose e sostenibili. La nostra resistenza non si fermerà finché la voce del popolo sardo non sarà ascoltata e rispettata”.
“Sa terra est nostra, est de babbos nostros, est de mammas nostras, est de fillos e fillas nostras”, inneggia in sardo il Coordinamento (‘La terra è nostra, dei nostri padri e delle nostra madri, dei nostri figili e figlie’). “E is àrbures sunt sagrados. In ue est passada sa ruspa, passamus nois. In ue ant fatu pranu, torramus a semenare. In ue is àrbures nche ddos ant bogados, nois torramos a ponnere. Totus paris” (‘E gli alberi sono sacri. Dov’è passata la ruspa, passiamo noi. Dove hanno spianato, torniamo a seminare. Dove hanno levato gli alberi, noi li torniamo a mettere. Tutti insieme’).
Intanto, per sabato prossimo, 13 luglio, il Comitato Quartu No Tyrrhenian Link ha promosso per le 11 un flash mob in via Mercuro, sulla costa di Terra Mala, punto di approdo del futuro cavo sottomarino.
Da oltre un anno sul progetto Tyrrhenian Link pende un ricorso al Capo dello Stato e al Consiglio di Stato, presentato dal comune di Selargius, con cui si chiede l’annullamento del decreto ministeriale di autorizzazione. La chiamano ‘La Rivolta degli ulivi’, quella che il Coordinamento dei comitati sardi contro la speculazione energetica definisce “la nuova forma di resistenza democratica in Sardegna”. A Selargius (Cagliari), dove protesta è nata spontaneamente, un gruppo di residenti e attivisti si oppone da giorni, con un presidio permanente, allo sradicamento degli ulivi nell’area deve il progetto del Tyrrhenian Link di Terna prevede una stazione di conversione per il collegamento sottomarino ad alta tensione.
Si oppongono i proprietari dei terreni, che protestano contro gli espropri, e cittadini che arrivano da altre parti della Sardegna per ripiantare gli alberi. Nei giorni scorsi hanno raggiunto il sito circa 200 persone, come riferito da Giulia Lai, l’avvocata e attivista che rappresenta i comitati di difesa del territorio ‘No Tyrrhenian Link’ di Selargius e Quartu Sant’Elena (Cagliari) nell’esposto presentato lo scorso maggio alla Procura della Repubblica contro gli espropri per la costruzione della stazione di scambio, in un’area di 17 ettari, destinazione finale del cavo di Terna. Il Tyrrhenian link, passando sul fondo del mare, in parte sulla costa del territorio di Quartu Sant’Elena (Cagliari), collegherà la Sicilia alla Sardegna.
Gli attivisti hanno portato non solo ulivi, ma anche piante di oleandro, timo, lentischio, rosmarino, acacia, agnocasto, fillirea, mimosa, ginestra e corbezzolo. Da Villanovaforru (Sud Sardegna), ha fatto sapere il sindaco Maurizio Onnis, sono arrivate al presidio in località ‘Su Padru’ nuove piante: fico, giuggiolo, mandorlo, noce. (AGI)