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Tutti i film in concorso a Cannes

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Sono 21 i titoli che ambiscono al massimo riconoscimento al festival di Cannes che si inaugura oggi martedì 17 maggio. In giuria, capitanata da Vincent Lindon, c’è anche l’italiana Jasmine Trinca

 di Chiara Ugolini (Fonte: La Repubblica)

 Ventuno titoli per una Palma d’oro. Sono i film che corrono al massimo premio e che la giuria capitanata da Vincent Lindon con l’italiana Jasmine Trinca dovrà giudicare per attribuire il prestigioso premio. Lo scorso anno la Palma d’oro è andata – seconda volta nella storia del festival – a una regista donna, la francese Julia Ducournau con il suo Titane, protagonista proprio Lindon. Quest’anno le registe donne sono cinque: Claire Denis, Léonor Serraille, Kelly Richard, Charlotte Vandermeersch e Valeria Bruni Tedeschi. Troppo poche per qualcuno ma Frémaux ha chiarito che non scegli per genere. L’Italia non vince la Palma d’oro dal 2001 quando fu Nanni Moretti a conquistarla con La stanza del figlio. Guida, titolo per titolo, a questi magnifici 21 film rigorosamente in ordine alfabetico.

HOLY SPIDER di Ali ABBASI

Il regista iraniano – svedese Ali Abbasi (conosciuto per l’horror Shelley Border – creature di confine) già premiato a Cannes racconta la storia di una giornalista che si cala nel ventre oscuro della città santa di Mashhad, in Iran, per investigare su una serie di omicidi di prostitute. Dietro ai delitti si nasconde la mano di un serial killer, il cui obiettivo è ripulire le strade della città dai peccatori.

LES AMANDIERS di Valeria BRUNI TEDESCHI

Valeria Bruni Tedeschi al festival è di casa come attrice ma anche come regista. Nel 2013 presentò in concorso Un castello in Italia, autobiografico sulla sua casa e la sua famiglia. Quest’anno invece con Les Amandiers racconta un’altra pagina della sua vita: quella del rapporto con il suo maestro Patrice Chéreau. Alla fine degli anni Ottanta Stella, Etienne e Adèle hanno vent’anni. Superato l’esame di ammissione per la prestigiosa scuola di Teatro fondata da Patrice Chéreau e Pierre Romans, i ragazzi vivono a pieno la loro giovinezza affrontando i primi grandi cambiamenti, amore e passione ma anche le prime tragedie.

CRIMES OF THE FUTURE di David CRONENBERG

Otto anni dopo Maps to the stars ecco finalmente un nuovo film di David Cronenberg che porta in concorso Crimes of the future e sul tappeto rosso due divi del calibro di Viggo Mortensen e Léa Seydoux. Che lo scorso anno – nonostante quattro film al festival – aveva dovuto rinunciare causa Covid. Il film è un tuffo profondo nel futuro non troppo lontano in cui l’umanità sta imparando adattarsi al suo ambiente sintetico. Dal regista della Mosca e Crash c’è da aspettarsi moltissimo da questa storia che immagine un’evoluzione che muove gli esseri umani oltre il loro stato naturale in una metamorfosi che altera la loro costituzione biologica. Protagonisti sono Saul (Mortensen) e la sua partner Caprice (Seydoux), che hanno trasformato la rimozione di questi organi in uno spettacolo per fedeli seguaci per ammirare il teatro in tempo reale. Attesa anche Kristen Stewart.

TORI ET LOKITA Jean-Pierre e Luc DARDENNE
I fratelli belgi Jean-Pierre e Luc Dardenne tornano in concorso a Cannes dove hanno già vinto per ben due volte la Palma d’oro (Rosetta, 1999 e Il figlio, 2005) oltre una serie di altri riconoscimenti. Paladini del cinema sociale, autori di grande poesia sempre attenti alle questioni dei più giovani. Nel film che presentano quest’anno un ragazzo e un’adolescente sono venuti in Belgio da soli dall’Africa, sono Tori e Lokita e oppongono la loro invincibile amicizia alle difficili condizioni del loro esilio.

STARS AT NOON di Claire DENIS

La regista francese classe 1946, capace di commedie romantiche come L’amore secondo Isabelle con Juliette Binoche e fantascienza come High Life con Robert Pattinson, porta in concorso le avventure di una giovane giornalista americana in difficoltà (Margaret Qualley, figlia di Andy McDowell e diventata famosa con la serie Maid). Bloccata senza passaporto nell’attuale Nicaragua durante il periodo elettorale, incontra un viaggiatore inglese nel bar di un hotel. Sembra essere l’uomo perfetto per aiutarla a fuggire dal paese. Si rende conto troppo tardi che, al contrario, sta entrando in un mondo più oscuro e pericoloso al suo fianco.

FRÈRE ET SŒUR di Arnaud DESPLECHIN

Il film del regista francese Arnaud Desplechin (Racconti di Natale, I fantasmi di Ismael, Tromperie – l’inganno ancora in sala) ha per protagonisti Marion Cotillard e Melvil Poupaud nel ruolo di un fratello e una sorella che si stanno avvicinando alla cinquantina: Alice è un’attrice, Louis era un insegnante e un poeta. Non si parlano più e da oltre vent’anni si evitano, ma un grave incidente dei genitori li costringerà a ritrovarsi.

CLOSE di Lukas DHONT

Nel 2018 il regista belga Lukas Dhont aveva portato al Certain Regard la storia della quindicenne Lara che sogna un futuro da ballerina classica ma al momento deve lottare con il corpo di un ragazzo, Girl. Quest’anno racconta l’amicizia tra due tredicenni, Léo e Rémi. La loro amicizia eterna deve affrontare un evento impensabile che li separa. Léo si avvicina quindi a Sophie, la madre di Rémi, per cercare di capire.

ARMAGEDDON TIME di James GRAY

Il regista americano James Gray (Two lovers, Ad Astra) con Armageddon Time firma una storia di formazione profondamente personale sulla forza della famiglia e la ricerca generazionale del sogno americano. Il film ha un cast stellare che include una serie di premi Oscar: Anthony Hopkins, Anne Hathaway e Jeremy Strong.

BROKER di KORE-EDA Hirokazu

Il regista giapponese Kore-eda Hirokazu torna in concorso a Cannes quattro anni dopo la Palma d’oro per Un affare di famiglia (Shoplifters). Nel nuovo film, Broker, racconta la pratica per cui delle scatole sono messe a disposizione dei genitori che desiderano abbandonare con discrezione i loro bambini. Nel cast Kang-ho Song, straordinario interprete del film premio Oscar coreano Parasite, era il padre “povero”.

NOSTALGIA di Mario MARTONE

Ventisette anni dopo essere andato in concorso con L’amore molesto un altro film napoletano per il regista di Qui rido io e Morte di un matematico napoletano. Dopo quarant’anni di lontananza Felice, Pierfrancesco Favino, torna lì dov’è nato, il rione Sanità, nel ventre di Napoli. Riscopre i luoghi, i codici del quartiere e un passato che lo divora. Nel cast anche Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora Quattrocchi, Sofia Essaidi. Al rione Sanità Martone ha dedicato uno spettacolo teatrale adattando Eduardo De Filippo ai tempi di oggi e un film che è andato in concorso a Venezia nel 2019. Un bellissimo ritorno per Martone a Cannes dove nel 1995 è stato presentato in concorso L’amore molesto, nel 1998 Teatro di guerra nella sezione Un Certain Regard e nel 2004 nella sezione Quinzaine des réealisateurs il film L’odore del sangue con Michele Placido e Fanny Ardant.

RMN di Cristian MUNGIU

Il regista romeno Cristian Mungiu, Palma d’oro a Cannes 15 anni fa per il suo secondo lungometraggio 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni (sul tema dell’aborto nel regime di Ceausescu) torna dietro la macchina da presa per raccontare come nasce, cresce ed esplode il razzismo oggi, in un villaggio al confine con l’Ungheria. Un film che affronta un tema di grandissima attualità.

TRIANGLE OF SADNESS di Ruben ÖSTLUND

Altro vincitore della Palma, il regista svedese Ruben Östlund (The Square nel 2017) porta in concorso  Triangle of Sadness, una satira travolgente dove ruoli sociali e barriere di classe vanno in frantumi. Protagonisti del film sono una coppia di modelli, Carl e Yaya, invitati a partecipare a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di nuovi ricchi. Tutto all’inizio sembra piacevole ma un evento catastrofico trasformerà il viaggio in un’avventura da incubo, in cui ogni gerarchia sociale finirà per essere capovolta.

DECISION TO LEAVE di Chan-Wook

Dai produttori di Parasite, il nuovo film di Park Chan Wook segue la storia del detective Hae Jun che, mentre indaga su una morte misteriosa nelle montagne coreane, incontra la vedova della vittima, principale sospettata dell’omicidio, e inizia a provare per lei sentimenti contrastanti.

SHOWING UP di Kelly REICHARDT

Prima dell’inaugurazione della sua mostra, la quotidianità di un’artista (Michelle Williams con un look inedito) e il suo rapporto con gli altri, il caos della sua vita diventerà la sua fonte di ispirazione. Nel cast anche Hong Chau e Judd Hirsch. Un sodalizio tra l’attrice e la regista Kelly Reichardt che si rinnova con questo quarto titolo dopo Wendy & Lucy, Meek’s Cutoff Certain Women.

LEILA’S BROTHERS di Saeed ROUSTAEE

Un altro film dall’Iran è quello del regista Saeed Roustaee che ha per protagonista Leila, che ha dedicato tutta la sua vita ai suoi genitori e ai suoi quattro fratelli. Colpita da una crisi economica senza precedenti, la famiglia si sta sgretolando sotto i debiti e si sta disgregando mentre si sviluppano le loro delusioni personali. Per farli uscire da questa situazione, Leila escogita un piano: comprare un negozio per avviare un’attività con i suoi fratelli. Tutti ci mettono tutti i loro risparmi, ma mancano di un ultimo sostegno finanziario. Allo stesso tempo e con sorpresa di tutti, il padre Esmail promette una grossa somma di denaro alla sua comunità per diventarne il nuovo padrino, la più alta onorificenza della tradizione persiana. A poco a poco, le azioni di ciascuno dei suoi membri portano la famiglia sull’orlo dell’implosione, mentre la salute del patriarca peggiora.

BOY FROM HEAVEN Tarik SALEH

Il primo giorno dopo le vacanze estive, il grande imam cade e muore davanti ai suoi studenti in una prestigiosa università del Cairo. Questo segna l’inizio di una spietata battaglia al fine di influenzare le persone su chi dovrà prenderne il posto.

TCHAIKOVSKY’S WIFE di  Kirill SEREBRENNIKOV

Dopo Parola di Dio, Summer e Petrov’s Flu (gli ultimi due entrambi già in concorso a Cannes nel 2018 e nel 2021), Kirill Serebrennikov, regista da anni osteggiato dal governo russo per le sue posizioni fortemente critiche nei confronti delle leggi antidemocratiche del presidente Putin e in esilio, torna in concorso a Cannes. Tchaikovsky’s Wife racconta la storia del matrimonio di Pyotr Tchaikovsky con Antonina Miliukova, uno dei momenti più importanti della vita del compositore. La decisione di sposarsi per mettere fine ai pettegolezzi che lo circondavano lo mise gravemente in crisi. Quando poi cambiò idea, decidendo di separarsi, la scelta devastò completamente la donna, portandola alla pazzia.

PACIFICTION (BORA BORA) di Albert SERRA

Il regista spagnolo Albert Serra firma Bora Bora. Nell’isola di Tahiti, nella Polinesia francese, l’Alto commissario della Repubblica De Roller, rappresentante dello Stato francese, è un uomo di calcolo dalle maniere perfette. Prende costantemente il polso di una popolazione locale da cui può emergere rabbia in qualsiasi momento. Con una voce insistente: abbiamo visto un sottomarino la cui presenza spettrale annuncerebbe una ripresa dei test nucleari francesi. Nel cast ci sono Benoît Magimel, Pahoa Mahagafanau, Matahi Pambrun.
UN PETIT FRÈRE di  Léonor SERRAILLE

La regista francese Léonor Sérraille racconta la storia di una famiglia che alla fine degli anni 80 emigra in Francia. Rose si trasferisce dalla Costa d’Avorio alla periferia di Parigi con i suoi due giovani figli, Ernest e Jean. In 20 anni dal loro arrivo fino ai giorni nostri, il film è la commovente cronaca della costruzione e decostruzione di una famiglia.

HI-HAN di Jerzy SKOLIMOWSKI

Il grande regista polacco Jerzy Skolimowski (classe 1938) porta in concorso il film con Sandra Drzymalska, Lorenzo Zurzolo, Mateusz Kosciukiewicz: Eo / Hi -Han, un road movie. Il mondo è un luogo misterioso, visto soprattutto attraverso gli occhi di un animale. Sulla sua strada, Eo, un asino grigio dagli occhi malinconici, incontra persone buone e persone cattive, prova gioia e dolore, e la ruota della fortuna trasforma alternativamente la sua fortuna in un disastro e la sua disperazione in una felicità inaspettata. Ma mai, in nessun momento, perde la sua innocenza.

LE OTTO MONTAGNE di Charlotte VANDERMEERSCH, Felix VAN GROENINGEN

Le otto montagne, il film diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, è tratto dall’omonimo libro di Paolo Cognetti, vincitore del Premio Strega nel 2017 e ha per protagonisti la coppia di Non essere cattivo: i talentuosi Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Il libro vede al centro della storia l’amicizia decennale tra Pietro e Bruno. Pietro è un ragazzo di città, che si reca in montagna solo per trascorrere le vacanze estive, mentre Bruno è un pastore e in mezzo ai monti ci vive tutto l’anno. I due si conoscono fin da bambini, quando passavano le giornate  in mezzo alle montagne per lunghe passeggiate. Vent’anni dopo, Pietro ormai uomo, torna in alta quota per ritrovare se stesso e fare pace con il suo passato.