AGI – C’è chi, come una coppia di turisti tedeschi, è arrivato in canoa a Caprera in zona protetta e ha deciso di cuocere patate in spiaggia alimentando il fuoco con rametti di un ginepro secolare preso sul posto, per poi trascorrere la notte a Cala Coticcio. Tutto vietatissimo.
E poi ci sono i ‘furbi’ che per raggiungere angoli appartati delle spiagge della Sardegna calpestano le dune con i fuoristrada, come ha fatto nei giorni scorsi un turista di Torino per piazzare un ombrellone ‘in solitaria’ a ‘Cala Burroni’, a Villasimius (Sud Sardegna). Alzata d’ingegno che gli è costata una multa di mille euro, dopo che è stato scoperto dalle guardie ambientali e dai vigili urbani.
Non si fermano in Sardegna i fenomeni di turismo ‘predatorio’ che ogni estate, in porti e aeroporti, sono resi evidenti dai continui sequestri di conchiglie, ciottoli e sabbia rubati dagli arenili e scoperti nei bagagli dei vacanzieri che rientrano a casa. E fioccano i comportamenti ‘cafoni’ (anche di qualche residente) o del tutto incuranti dell’ambiente, in parte alimentati da ignoranza e gusto del proibito.
Nel contempo, però, sembrano aumentare anche le segnalazioni di turisti sensibili o residenti indignati. L’ultimo episodio, sanzionato dal Corpo forestale regionale grazie ad alcune chiamate al 1515, è avvenuto a Dorgali (Nuoro), sulla spiaggia di Cartoe, dove alcune famiglie avevano appena consumato decine di ricci di mare appena pescati, in violazione delle norme sulla pesca di questa specie.
Nella spiaggia di ‘Sos Dorroles’, a Cala Gonone, sono state sorprese due persone che, separatamente, avevano già riempito alcune bottiglie con la sabbia dell’arenile. Anche in questo caso sono scattate le sanzioni. Una legge regionale del 2017 punisce i furti di sabbia con multe fino a 3 mila euro.
Source: agi