Le previsioni per l’imminente stagione invernale segnerebbero un andamento in lieve ribasso dei flussi turistici in Italia: 26,7 milioni di arrivi e 78 milioni di presenze, con un decremento rispettivamente pari all’1,3% e al 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E, ancora. L’andamento dei flussi turistici, rispetto al 2019, sarebbe stabile per gli arrivi (-0,6%) e in crescita per le presenze (+5,1%). I movimenti turistici nel Belpaese, inoltre, potrebbero generare una spesa turistica di 20,5 miliardi di euro registrando una contrazione pari al 4,4% rispetto alla scorsa stagione invernale. Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Friuli Venezia Giulia emergono come le mete più attrattive prioritariamente per le apprezzate infrastrutture e per la lunga tradizione nel turismo bianco. Umbria e Toscana, invece, si distinguono per la loro offerta culturale e naturalistica, attirando turisti alla ricerca di esperienze autentiche. È quanto emerge dalla nota previsionale “Tourism Forecast Winter 2025” dell’Istituto Demoskopika che ha stimato, per il periodo dicembre 2024-marzo 2025, i principali indicatori turistici: arrivi, presenze, spesa turistica e appeal delle destinazioni turistiche provinciali. «La frammentazione del sistema turistico – commenta il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – limita la valorizzazione di regioni meno conosciute e lo sviluppo di nuove offerte. Serve superare le divisioni territoriali con una governance coordinata, investendo in infrastrutture, tecnologie e formazione per migliorare l’esperienza turistica. Ma soprattutto, – rincara Raffaele Rio – occorre investire in coraggio, evitando equilibrismi e tattiche. Il Patto per il Turismo siglato a Firenze rappresenta un passo avanti verso una maggiore condivisione tra i portatori di interesse del turismo italiano, ma rimane ancora carente di scelte, non affrontando questioni cruciali come la governance del turismo. La Costituzione, dopo la riforma del Titolo V, attribuisce alle Regioni la competenza esclusiva in materia di turismo. Tuttavia, il dibattito è aperto: la competenza dovrebbe restare alle Regioni o passare allo Stato centrale? Serve il coraggio politico di fare scelte chiare e definitive per evitare incertezze. Una decisione su questo punto – conclude Raffaele Rio – è tanto necessaria quanto urgente per garantire dignità e incisività alla programmazione turistica nel nostro paese». (AGI)