Di Ettore Minniti (Responsabile della Sezione di Confedercontribuenti per gli operatori del Turismo, della Ricettività e dei Pubblici Esercizi, dello Sport e della Cultura)
L’emergenza sanitaria ha messo in ginocchio il settore del Turismo. Tante, troppe, sono le aziende che non riapriranno. Quattro imprese su cinque sono medie o piccole, incapaci di far fronte alla crisi finanziaria, non risolvibile facilmente, con una voragine nel settore lavorativo, tra impieghi diretti e indotti. I dati statistici sono impietosi. Secondo le ultime stime, l’impatto di questa emergenza sanitaria può essere stimato, solo in questo anno, di oltre il 30% di flessione sul valore complessivo. Il danno è gigantesco.
L’occasione, però, è propizia per rivedere le politiche sull’offerta turistica, guardando al passato, ma proiettandosi verso il futuro attraverso le innovazioni tecnologiche e non solo, gestendo al meglio il momento, in attesa del ritorno dei turisti stranieri. Due le questioni urgenti e delicate: la prima, supportare le imprese con sgravi fiscali e contenimento del costo del lavoro; la seconda, pianificare/programmare la ripresa con la creatività e la capacità tutta italica. Nell’immediato, si deve guardare con molta attenzione alla questione sanitaria (contenimento e rallentamento del contagio), orientando i flussi turistici verso quei luoghi che non presentano rischi di contagio e in grado di rispondere immediatamente ad una recrudescenza del covid-19.
Nel prossimo futuro, c’è bisogno di orientarsi verso una nuova progettualità urbana e cura del suo decoro. Una spesa sanitaria oculata anche in questo settore e risanamento ambientale sono indispensabili. I turisti autoctoni o stranieri, sempre più esigenti, attenti a cosa li circonda, si orienteranno verso i luoghi dove maggiore è la pulizia, il decoro e la salubrità. La corretta gestione dei rifiuti nelle nostre città non è più rinviabile. Il rilancio del turismo in Italia, pertanto, passa attraverso un nuovo modello turistico: terra, mare e cielo, tre mondi che si incrociano, si intrecciano e si sovrappongono così come natura, storia e arte.
Si dovrà diversificare l’offerta tra le tre macro aree: 1) montagna, mare, agriturismo e terme; 2) sport, affari, congressi e fiere; 3) scolastica, religiosa e i flussi verso le grandi città tradizionali d’arte. Inoltre, occorre destagionalizzare e diversificare tra under e over e rivedere e il sistema trasporti, orientandolo verso la mobilità alternativa che dovrà essere migliorata e incrementata. In questo ambito va rivista anche la politica a favore dei veicoli ricreazionali (camper e autocaravan). Le campagne di comunicazioni dovranno invogliare i turisti a viaggiare responsabilmente, evitando gli affollamenti, facendo ricorso a igiene personale e distanza fisica (e non sociale).
Senza scomodare i poeti del passato, si può ben dire che l’Italia è uno scrigno che ogni giorno rileva
sempre gradite sorprese. Il turismo esperienziale, naturalistico, enogastronomico, la valorizzazione dei borghi rappresentano il presente e il futuro.
Obiettivo principale valorizzare tutto il ‘territorio’ e rivedere il suo concetto. Il ‘territorio’ va raccontato da coloro che lo vivono quotidianamente e per raccontarlo occorre che gli operatori del settore sappiano riconvertirsi con professionalità e preparazione, integrandosi con le Proloco e i Distretti Turistici già esistenti. Il turista del futuro non viaggia esclusivamente per vedere e apprendere, ma per gustare, inebriarsi, entrare in sinestesia con l’ambiente che lo circonda. Una scommessa da vivere e vincere con entusiasmo. ConfederContribuenti farà la sua parte a supporto degli attori dell’industria del turismo che produce il 13% del PIL nel nostro paese. L’Italia c’è e ce la farà, fieri di vivere nel Paese più bello del mondo.