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Turismo: Cagliari, protesta lavoratori davanti a Confindustria

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“Quella di oggi è la seconda manifestazione promossa nell’arco di breve tempo”, ha ricordato Giuseppe Atzori, segretario regionale della Fisascat Cisl. “L’altra si è svolta ad agosto. Purtroppo, da parte di Confindustria registriamo il fatto di voler rimettere in discussione dei diritti contrattuali, per rendere sempre più precario, flessibile questo settore. C’è una disparità di trattamento nel settore del turismo, perché altre associazioni datoriali hanno già rinnovato il contratto e stanno già riconoscendo i benefici ai propri dipendenti”.
“Questa ennesima giornata di mobilitazione è legata non a uno ma a due mancati rinnovi contrattuali del al comparto del turismo”, ha sottolineato Samuele Piga, segretario regionale della Uiltucs Uil. “I lavoratori vengono retribuiti con salari inadatti alle reali esigenze quotidiane, visti i rincari. Chiediamo ancora una volta a Confindustria di aprire un tavolo di confronto per prendere in considerazione le nostre richieste, invece di continuare a chiedere ulteriore flessibilità”. Una cinquantina di lavoratori e lavoratrici impiegati nel settore del turismo, con contratti Confindustria, si sono ritrovati stamattina a Cagliari, davanti alla sede dell’associazione degli industriali, per un presidio di protesta. La manifestazione è stata promossa dalle segreterie regionali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil per contestare il mancato rinnovo del contratto, scaduto da ormai sei anni.
I sindacalisti hanno ricordato che fino a oggi con Confindustria sono riusciti ad affrontare questioni come la flessibilità e la reperibilità lavorativa, il tempo determinato e l’apprendistato, né sono state discusse proposte per migliorare le condizioni dei lavoratori e la loro continua perdita del potere d’acquisto.
“In Sardegna”, ha sottolineato Nella Milazzo, segretaria generale regionale di Filcams Cgil, “ci sono circa 10 mila lavoratori impiegati nel comparto turistico, legati a Confindustria. Questa è anche l’unica associazione datoriale che a oggi non ha rinnovato il contratto, al contrario di Confcommercio e Confesercenti che invece l’hanno fatto qualche mese fa, riconoscendo un aumento di retribuzione adeguata e dignitosa a queste lavoratrici e questi lavoratori. Abbiamo rotto il tavolo delle trattative a livello nazionale, perché si continua a chiedere estrema flessibilità, ma non risolve il problema della precarietà e, soprattutto, non si parla dell’aumento della retribuzione mensile. Per noi è una posizione irricevibile, anche perché il comparto del turismo in Sardegna produce dei profitti a gran parte delle strutture alberghiere e della ristorazione. Tutta questa ricchezza però non viene redistribuita”. (AGI)