Indipendentemente dal risultato elettorale, la migrazione rimarrà probabilmente una questione spinosa per gli anni a venire. Nella sua campagna elettorale, il blocco dell’opposizione ha delineato una soluzione in quattro fasi alla crisi dei migranti in Turchia. In primo luogo, vuole cercare di fare pace con i vicini e “sedersi al tavolo” con il governo siriano.
La migrazione e il controllo delle frontiere rimarranno anche fondamentali per le relazioni Ue-Turchia. Nel 2016 è stato raggiunto l’accordo sui rifugiati Ue-Turchia, che mirava a fermare l’afflusso rimandando in Turchia i migranti sorpresi a entrare irregolarmente in Grecia. Per ogni siriano rimpatriato, un altro sarebbe stato collocato in Unione europea. In cambio, Bruxelles ha promesso di dare ad Ankara 6 miliardi di euro per aiutare ad accogliere i siriani, oltre alla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi.
Ma la migrazione però non saranno il problema principale che, chiunque vinca, deve affrontare: l’inflazione e la crisi economica e la devastazione del terremoto sono le emergenze di un Paese dove i giovani soprattutto sono proiettati verso un mondo non più ancorato a stereotipi arcaici e conservatori. Un Paese che festeggia, nel 2023, i cento anni dalla nascita della Repubblica turca.
L’affluenza alle elezioni presidenziali in Turchia ha sfiorato il 90%, fermandosi all’88,29%. Lo riporta l’emittente televisiva turca Trt (l’azienda radiotelevisiva statale turca.) Di poco inferiore l’affluenza invece alle elezioni parlamentari, dove ha votato l’85,26% degli aventi diritto.
I dati iniziano ad essere pubblicati dopo che l’Ufficio elettorale supremo del Paese ha annunciato di aver revocato il divieto di pubblicazione dei risultati elettorali, che doveva restare in vigore fino alle 20:00 ora italiana.
“Vorrei lanciare un appello ai nostri eroi della democrazia: non lasciate per nessun motivo i seggi elettorali fino alla consegna dell’ultimo verbale di scrutinio firmato. La piena e corretta manifestazione della volontà della nazione dipende dalla vostra determinazione. Vedrete, ne varrà la pena di stancarvi”. Lo scrive in un tweet Kemal Kilicdaroglu, leader del Partito popolare repubblicano (Chp) e principale sfidante alla carica di presidente della Turchia di Recep Tayyip Erdogan.
“Crediamo che stasera Kemal Kilicdaroglu sarà dichiarato il 13mo presidente della Turchia”. Si sbilancia così il sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, che sarà nominato vice presidente in caso di vittoria del candidato dell’opposizione
E in questa campagna elettorale hanno avuto un ruolo importante ance i social, e la relativa stretta che il governo ha imposto ( come riportato anche da Humans Right Watch). In questo scenario si colloca Twitter che ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza quando si trattava di garantire una piattaforma alle voci contro i regimi nei paesi autoritari. Ma la nuova linea voluta da Elon Musk è decisamente diversa: negli scorsi giorni il social ha annunciato di aver oscurato alcuni contenuti in Turchia, poco prima delle elezioni, per espressa richiesta del governo di Erdogan. Twitter e Musk sono stati quindi accusati di aver accettato la censura governativa con la quale il premier in carica da vent’anni vuole limitare la visibilità e la voce dell’opposizione. Matthew Yglesias, columnist di Bloomberg, ha riportato la notizia proprio con un tweet, al quale si è visto rispondere dal CEO in persona. “Hai perso la testa, Yglesias?”, twitta Musk. “La scelta era tra oscurare Twitter completamente o limitare l’accesso ad alcuni tweet. Tu che avresti fatto?”. Una reazione completamente diversa alle richieste di Erdogan rispetto alla precedente gestione, che in passato era venuta ai ferri corti col governo turco proprio per difendere la libertà di espressione, ad esempio quando il governo aveva chiesto di bloccare i feed di alcuni quotidiani del paese che gli erano invisi.
Intanto ieri la free lance italiana, Emanuele Irace, atterrata a Instanbul è stata trattenuta per 5 ore in una cella di sicurezza e poi è stata espulsa.(AGI) – Istanbul, 14 mag. – “Siamo in vantaggio”. E’ il primo commento dopo la chiusura dei seggi del candidato dell’opposizione alle presidenziali turche, Kemal Kilicdaroglu, mentre i dati ufficiali, con oltre il 30% delle schede scrutinate, vedono in vantaggio il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan.
Turchia: opposizione contesta risultati, “Noi in vantaggio”
(AGI) – Istanbul, 14 mag. – “In base ai dati in nostro possesso il nostro candidato Kemal Kilicdaroglu è in vantaggio” nello spoglio elettorale. Lo sostengono i sindaci di Istanbul e Ankara, Ekrem Imamoglu e Mahsur Yavas, candidati alla vicepresidenza per l’opposizione.
Imamoglu ha accusato l’agenzia di stampa ufficiale Anadolu di aver pubblicato dati falsi con un vantaggio sproporzionato rispetto alla realtà.