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Turchia: al voto, 61 milioni alle urne per municipali

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La Turchia è chiamata oggi a votare per scegliere chi amministrerà’ per i prossimi 5 anni 811 capoluoghi di provincia, 973 distretti, 390 comuni e circa 50 mila piccoli Paesi. Elezioni che definiranno il panorama politico in un Paese di 85 milioni di abitanti, in cui gli aventi diritto di voto sono piu’ di 61 milioni e i partiti che hanno presentato una lista di candidati ben 34. Piu’ di un milione di giovani è chiamato per la prima volta a votare in uno dei 206 mila seggi aperti nel Paese dalle 8 ora locale (Roma +2) alle 17. A causa della grandezza del Paese e delle ore di luce l’Authority per le elezioni ha deciso di dare il via al voto un’ora prima in alcune aree dell’est del Paese. Trenta le citta’ al voto con lo status di area metropolitana. Qui verranno eletti sindaci, sindaci distrettuali, consiglieri comunali e distrettuali, piu’ capi quartiere. Per le citta’ che non rientrano nelle aree metropolitane e fanno capo alle province si vota per i rappresentanti provinciali, sindaci distrettuali, consigli comunali e capi quartiere. Nelle aree rurali verranno scelti solo rappresentanti di province e un capo per ogni villaggio.
Un ritorno alle urne a dieci mesi esatti dalla conferma al potere del presidente Recep Tayyip Erdogan. Vittoria per cui fu necessario un ballottaggio al termine del quale il leader al potere da 20 anni ha allungato ulteriormente la propria vita politica grazie al 52% delle preferenze. Basterebbe questo dato, insieme a un’affluenza che in Turchia e’ storicamente superiore al 90%, a rendere l’idea di quanto queste elezioni siano combattute e discusse. Erdogan ha lasciato intendere che non si presentera’ alle elezioni del 2028 e i risultati di oggi potrebbero fornire importanti indizi sul futuro politico della Turchia. L’Anatolia centrale e la costa del Mar Nero sembrano comunque essere saldamente in mano al partito conservatore Akp di Erdogan, mentre la costa egea e mediterranea sono storicamente la roccaforte dei repubblicani del Chp. In bilico il sud est a maggioranza curda, dove a giocarsela sono i filo curdi di Hdp e il partito di Erdogan, ma anche alcune delle province colpite dal terribile sisma del febbraio 2023. Un evento che potrebbe aver alterato gli equilibri politici.
Ma la vera partita di queste elezioni si gioca nella capitale Ankara e, sopratutto, a Istanbul. Entrambe le metropoli furono conquistate dal partito di opposizione Chp 5 anni fa, dopo 25 anni sotto il controllo dell’Akp di Erdogan. A Istanbul, metropoli di 16 milioni di abitanti in cui i votanti sono 11.5, si sfidano Ekrem Imamoglu, che 5 anni fa la spunto’ sul candidato di Erdogan e Murat Kurum, esponente della seconda generazione del partito Akp, scelto personalmente dal presidente. Quella di 5 anni fa rappresento’ la piu’ dura batosta della carriera politica di Erdogan, che per piu’ di un mese e’ stato impegnato in un tour elettorale senza sosta i cui esiti sarebbero negativi se l’Akp non dovesse riconquistare la metropoli sul Bosforo. (AGI)
RED/TUY