Una chiamata a scendere in strada per l’opposizione, un “vicolo cieco” per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. È la sintesi della tensione che sta avvolgendo in queste ore la città di Istanbul dove in questo momento circa 10 mila persone stanno sfidando il divieto delle autorità, transenne e polizia per scendere in piazza e protestare contro l’arresto del sindaco Ekrem Imamoglu, avvenuto lo scorso 19 marzo. Una partecipazione che sfida il divieto di manifestazione deciso dalla prefettura e valido per 4 giorni. Un divieto che da oggi riguarda anche la capitale Ankara e la roccaforte dell’opposizione Smirne per i prossimi 5 giorni.
La prefettura non ha fermato i manifestanti che per due giorni consecutivi si sono presentati dinanzi al comune della metropoli sul Bosforo. Ieri gli scontri tra la polizia e i sostenitori di Imamoglu si sono conclusi con decine di fermi e alcuni agenti feriti. Scene che si sono viste non solo a Istanbul, ma anche ad Ankara e Smirne. Oggi Ozgur Ozel, il segretario del partito di Imamoglu Chp, la principale forza di opposizione del Paese, ha chiesto alla gente di tornare a manifestare e la partecipazione sembra essere molto piu’ massiccia dei giorni precedenti, con un’affluenza iniziata gia’ dal primo pomeriggio. “Mi chiedono se il mio è un appello a prendere le strade? Si lo è. Dobbiamo opporci al rischio di commissariamento che pende su Istanbul e sulla democrazia di questo Paese. Chi mi accusa di golpe non sa di cosa parla. Scendiamo in strada per difendere la democrazia”, ha detto Ozel.
Parole che hanno infiammato i sostenitori del sindaco, ma scatenato la reazione di Erdogan. “Lo dico senza giri di parole. L’appello di Ozel non e’ a scendere in strada, ma a infilarsi in un vicolo cieco”, ha tuonato minaccioso il presidente turco. Parole cui sono seguiti i fatti, da entrambe le parti. La prefettura di Istanbul ha chiuso diverse vie d’accesso al quartiere in cui si trova il comune per ostacolare i manifestanti. Uno sbarramento che conta su un imponente schieramento di polizia. Per il terzo giorno consecutivo sono rimaste chiuse le fermate di metro e bus della centralissima piazza Taksim. Instagram rimane quasi bloccato e Whatsapp rallentato. Nonostante tutte le misure pero’ sindacati, studenti, partiti di opposizione e semplici cittadini continuano ad affluire verso l’area del comune e la tensione con la polizia è destinata a salire ulteriormente. Intanto Imamoglu è stato interrogato dai magistrati per 4 ore e ha negato tutte le accuse rivoltegli. Il sindaco di Istanbul è atteso davanti la corte domani sera. (AGI)
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