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Tunisia: Pse, rilasciare oppositori, Italia riveda accordi

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La protesta tenutasi a Tunisi questo fine settimana è un appello dei cittadini a proteggere la democrazia contro le riforme del regime del Presidente Kais Saied. Il Partito del socialismo europeo (Pse) è “pienamente solidale con coloro che si battono per i loro diritti. Da quando è entrato in carica nel 2019, il Presidente Saied ha eliminato quasi tutti i controlli e gli equilibri istituzionali sul potere esecutivo e ha ordinato arresti arbitrari contro giornalisti, avvocati, attivisti e oppositori”.
Il Pse condanna “gli arresti arbitrari effettuati dalle autorità tunisine negli ultimi anni”, tra cui l’arresto di figure politiche socialdemocratiche – come l’ex vice segretario generale delle FDTL Ettakatol, Khayam Turki, il co-fondatore e vice segretario generale della Corrente Democratica – Ghazi Chaouachi, e il segretario generale del Partito Democratico Progressista Issam Chebbi – l’avvocato tunisino Sonia Dahmani con finte accuse di “cospirazione contro la sicurezza dello Stato”.
Il segretario generale del Pse, Giacomo Filibeck, ha dichiarato: “Chiediamo l’immediato rilascio di giornalisti, attivisti e figure dell’opposizione imprigionati che sono stati arrestati con false accuse. Il diritto a un processo equo è un diritto fondamentale e ogni persona dovrebbe essere presunta innocente fino a prova contraria. Continuiamo a sostenere il nostro partito membro osservatore, il Forum Democratico per il Lavoro e le Libertà (FDTL ETTAKATOL), e le forze socialdemocratiche del Paese nel perseguire i loro obiettivi di ripristino dei valori democratici nel paese. La separazione dei poteri, la libertà dei media e la libertà di espressione sono pilastri essenziali di qualsiasi democrazia, ed è della massima importanza che la Tunisia ripristini e salvaguardi questi pilastri. Le elezioni presidenziali tunisine, che dovrebbero tenersi entro ottobre di quest’anno, costituiscono un punto di svolta fondamentale in questo senso”.
“Lo scorso aprile – sottolinea il Pse – il Presidente del Consiglio italiano Meloni ha firmato un memorandum d’intesa con il Presidente tunisino Kais Saied. L’Italia pagherà 100 milioni di euro per promuovere lo sviluppo economico e frenare l’immigrazione irregolare verso l’Italia. Il presidente Kais Saied è stato accusato di sistematiche violazioni dei diritti umani nei confronti dei migranti, espellendoli nel deserto senza cibo e acqua. Gettare soldi a regimi che non rispettano i diritti fondamentali non è gestire la migrazione! Dobbiamo rivedere gli accordi con la Tunisia. Siamo fortemente contrari all’esternalizzazione della gestione della migrazione. Questo è contrario ai diritti fondamentali su cui si fonda l’Europa. L’UE deve sempre adoperarsi per una gestione umana della migrazione, collaborando con i paesi partner che garantiscano condizioni e procedure eque e nel pieno rispetto dei diritti umani”.(AGI)