AGI – Ricorrono domani, i trent’anni dalla morte di Ugo Tognazzi, scomparso improvvisamente nel sonno il 27 ottobre 1990 per un’emorragia cerebrale all’età di 68 anni. è stato uno dei grandi interpreti del cinema italiano del dopoguerra che, insieme a Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi ha rappresentato nei film vizi (tanti) e virtù (poche) degli italiani. Tante le pellicole memorabili che sono anche lo specchio di un’epoca: da ‘I mostri’ (e ‘I nuovi mostri’) di Dino Risi che raccontano il lato oscuro degli ‘italiani brava gente’ ai tre film della serie ‘Amici miei’ di Mario Monicelli che ha segnato (anche culturalmente) una stagione cinematografica e lasciato in eredità espressioni – supercazzola (espressione del Conte Mascetti che oggi è addirittura un neologismo), come se fosse antani, zingarata, bella figlia dell’amor – che sono diventate più famose delle stesse pellicole; da capolavori come ‘Il federale’ di Luciano Salce, ‘La donna scimmia’ e ‘La grande abbuffata’ di Marco Ferreri o ‘Il vizietto’ di Edouard Molinaro a pellicole di grande impegno come ‘La tragedia di un uomo ridicolo’ o ‘La terrazza’ di Ettore Scola.
In 40 anni di carriera ha interpretato 148 film, lavorando con registi del calibro di Bertolucci, Pasolini, Dino Risi, Zampa, Pietrangeli, Monicelli, Ferreri, Comencini, Petri, Germi e Magni. Dopo aver iniziato con commedie leggere con Totò ed essere diventato celebre in coppia (sia in tv che al cinema) con Raimondo Vianello, l’approdo nella grande commedia d’autore con Salce e Ferreri e la consacrazione come uno dei massimi interpreti italiani che lo porterà, nel 1981 a vincere il premio a Cannes per la Miglior interpretazione maschile per ‘La tragedia di un uomo ridicolo’ di Bernardo Bertolucci (oltre a tre David di Donatello, quattro Nastri d’Argento, un Globo d’oro e due Grolle d’oro).
Nato a Cremona il 23 marzo 1922, figlio di un ispettore di una società di assicurazioni, vive gli anni dell’infanzia in varie città per tornare nel 1936 nella nati’a Cremona. Durante la seconda guerra mondiale viene chiamato alle armi e si dedica a organizzare spettacoli di varietà per i commilitoni. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 ritorna a Cremona dove lavora come archivista poi, finita la guerra, nel 1945 abbandona il lavoro e si trasferisce a Milano dove partecipa a una serata per dilettanti tenuta al Teatro Puccini, grazie alla quale viene scritturato dalla compagnia teatrale di Wanda Osiris. Il debutto al cinema nel 1950 con un film diretto da Mario Mattoli, ‘I cadetti di Guascogna’, al fianco di Walter Chiari.
L’anno seguente conosce Raimondo Vianello con cui forma una coppia comica di grande successo che dal 1954 al 1959 lavora per la Rai nel varietà ‘Un due tre’. Dopo numerose interpretazioni in commedie leggere cinematografiche e televisive Tognazzi negli anni sessanta fa il grande salto nella commedia all’italiana dove regala caratterizzazioni particolari dei personaggi in film come ‘Il federale’ di Luciano Salce del 1961, ‘La marcia su Roma’ di Dino Risi del 1962 o ‘La donna scimmia’ di Marco Ferreri.
Da quel momento una serie lunghissima di film e interpretazioni memorabili fino all’ultima in ‘Una famiglia in giallo’, film tv di Luciano Odorisio uscito postumo nel 1991. Grande esperto di cucina, si definiva un “cuoco prestato al cinema”.
Popolari le sue feste a Villa Tognazzi a Torvaianica in cui, a partire dal 1966, organizzava nel suo campo da tennis un torneo riservato a personaggi del cinema e del teatro, della radio, della televisione e del giornalismo. Il torneo continuò a svolgersi puntualmente per ben 25 edizioni – tranne una breve pausa a cavallo tra gli Anni ’70 e ’80 – che come premio finale attribuiva l’ambitissimo ‘Scolapasta d’oro’. Nella vita privata ebbe molte donne e diversi grandi amori da cui ebbe quattro figli: nel 1954 si innamorò di una ballerina inglese di origine irlandese della sua rivista, Pat o’Hara, che non sposò ma che gli diede il figlio Rick; nel 1961 conobbe Margarete Robsahm, attrice norvegese sua partner ne ‘Il mantenutò e che sposò nel 1963 e che l’anno seguente gli diede il suo secondo figlio, Thomas, che divenne produttore e regista; con Margarete Ugo visse tre anni, tra l’Italia e la Norvegia.
Nel 1965 conobbe l’attrice Franca Bettoja, che sposò nel 1972 a Velletri, dove vissero in una grande casa: ebbero due figli, Gianmarco nel 1967 e Maria Sole nel 1971. Ugo Tognazzi ebbe sempre vicino a sè tutti i figli, anche quelli avuti in precedenza, soprattutto Ricky, mentre Thomas, che continuava a vivere con la madre Margarete, ha fatto sempre la spola tra l’Italia a la Norvegia.
Vedi: Trenta anni senza Tognazzi, inventò la supercazzola
Fonte: cultura agi