Ci sono stati, pochi giorni fa, quelli alle alte cariche, agli ambasciatori italiani, agli ambasciatori esteri. Discorsi di auguri e fine anno rivolti ai vertici politici e istituzionali del Paese. Quello di Capodanno, e non è una novità, si pone in continuità ideale con gli altri, ma è il discorso che, altrettanto tradizionalmente, il Presidente della Repubblica rivolge invece soprattutto ai cittadini. E’ anche per questo che molti dei temi affrontati da Sergio Mattarella nelle tre precedenti occasioni non saranno toccati dopodomani. Inevitabile invece, come è facile prevedere, quel ricorrente riferimento alle attese e alle paure dei cittadini, perché non potrà non essere in primo piano la grave situazione internazionale, segnata dai conflitti più gravi, quelli in Ucraina e in Medio Oriente. Nelle attese, dunque, come del resto sottolineato proprio nei discorsi agli ambasciatori, la riproposizione della necessità di indicare una via per la pace. Una pace che non sia però solo la ‘sterilizzazione’ del conflitto ma capace di difendere i diritti e di restituire giustizia.
Non potrà mancare, ovviamente, un riferimento, per quanto breve, al Giubileo appena aperto. Tra i temi che saranno affrontati da Mattarella anche la sicurezza e il dramma delle morti sul lavoro, l’occupazione e il precariato, i giovani, i femminicidi. E, ancora, questioni come l’astensionismo e la partecipazione. Sbaglierebbe, in sostanza, chi cercasse ‘politicismi’, retroscena o ‘attacchi’ all’uno o all’altro. Non foss’altro perché, appunto, sono i cittadini i destinatari di parole che li raggiungeranno nelle loro case per qualcosa meno di una ventina di minuti, da una ‘location’ del Quirinale che non sarebbe stata ancora decisa ma comunque senza particolari ‘effetti speciali’ e, con molta probabilità, pronunciate in piedi. Tempi complessi, anche drammatici, ai quali comunque è più che lecito attendersi che Mattarella non mancherà di guardare muovendo dalle sue radici culturali e religiose, e dunque non senza note di ottimismo. (AGI)
BAL