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Tra gli impresentabili e gli incandidabili. La questione etica in politica

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Le disposizioni legislative e le indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.) si applicano anche nei confronti delle regioni, degli enti locali, degli enti pubblici e dei soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo. Sorge spontanea la domanda: cosa non ha funzionato al comune di Catania?

 

di Ettore Minniti

 

Il parterre a queste elezioni è di tutto rispetto: indagati, imputati, condannati e trasformisti. Un battaglione di candidati in grado di intercettare una grande quantità di voti a beneficio dei partiti che li candidano.

L’arresto di ieri a Catania di una candidata alle regionali siciliane non ci coglie di sorpresa né ci stupisce.

Agli arresti domiciliari, tre giorni prima delle elezioni, Barbara Mirabella, ex assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione nella giunta del Comune di Catania presieduta da Salvo Pogliese, già colpito dalla Legge Severino, accusata di corruzione. L’arresto è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta in cui sono coinvolti un medico e un imprenditore, per i quali il gip ha deciso una misura interdittiva.

Questa la cronaca.

La vicenda però pone due problemi.

Il primo è la questione dell’etica in politica. Secondo Norberto Bobbio “alla differenza fra morale e politica, o tra etica della convinzione ed etica della responsabilità, corrisponde anche la differenza fra etica individuale ed etica di gruppo, cioè che la differenza è una differenza fra due etiche. In sintesi, ogni attività di quel politico non può trasgredire il rispetto di quel dovere fondamentale, dunque ogni attività del politico ha un vincolo etico”.

Il secondo è l’incompatibilità. La vicenda che vede coinvolta l’ex assessore/a, con delega anche ai grandi eventi, riguarda, secondo i comunicati stampa dell’Autorità Giudiziaria, proprio un presunto atto corruttivo nell’ambito dell’organizzazione del 123º congresso nazionale della Sic (Società italiana chirurgia) del quale il medico coinvolto è presidente e i suoi rapporti con gli amministratori della New Congress che ha organizzato il convegno e l’ex assessora Barbara Mirabella. Sembrerebbe che siano stati versati dagli amministratori della New Congress srl diecimila euro alla società Expo della quale Mirabella era socia per le prestazioni dei servizi necessari per l’organizzazione dell’evento.

Siamo sicuri che gli interessati sapranno dimostrare la loro innocenza, ma questa commistione tra politici, imprenditori, soci/amministratori di società rappresentano un vulnus nel sistema politico/amministrativo del nostro Paese e pongono all’attenzione dell’opinione pubblica la questione morale ed etica.

Vi è l’incapacità poi dei nostri rappresentanti di fare chiarezza, di essere trasparenti come una casa di vetro.

Eppure, le leggi ci sono a tutela del cittadino e della res pubblica.

Le disposizioni legislative e le indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.) si applicano anche nei confronti delle regioni, degli enti locali, degli enti pubblici e dei soggetti di diritto privato sottoposti al loro controllo.

Allora sorge spontanea la domanda: cosa non ha funzionato al comune di Catania? Chi aveva l’obbligo di controllare, verificare, ispezionare, analizzare uffici, prassi, norme, circolari, soggetti interni ed esterni all’ente? Costui, quali atti concreti ha messo in atto per evitazione il fenomeno corruttivo? Il Piano Anticorruzione è solo cartastraccia o un documento dinamico e applicato nell’ambito dell’Ente e da tutti conosciuto e sottoscritto, anche da parte degli amministratori?

In conclusione, per dirla alla Bobbio:” … il fine per cui esiste la politica è un fine etico, e cioè la tutela e la difesa di alcuni diritti ed esigenze di una certa moltitudine di individui. E il rispetto stesso della fiducia dei propri rappresentati, attraverso il rispetto del mandato concesso, è un gesto etico, indipendentemente dalla sanzionabilità giuridica del comportamento non conforme a questo rispetto”.

Se poi i leader dei partiti, che decidono le candidature, sono anche essi incandidabili o impresentabili, i quali sulla questione etica e morale in politica si girano dall’altra parte, allora è tutto un’altra storia.