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Tra bollettini e bollette

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È pronto uno sforzo economico governativo di diversi miliardi per tutelare gli italiani dall’imminente rincaro. Ma la domanda è: sapevamo di essere in ritardo sulle politiche comunitarie di riconversione energetica da tempo e che abbiamo fatto?

di Pietro Cracò

In tempi di pandemia, abbiamo queste certezze: bollettini sul Covid-19 e la novità del “caro bollette”. Una battuta del film “Vi presento Joe Black” recita che: “al mondo nulla è inevitabile tranne la morte e le tasse”. Preso in prestito e parafrasato a convenienza, questo parallelismo cinematografico rappresenta una “buia” verità dei giorni nostri.

I bollettini del Covid impietosamente continuano ad accompagnarci enumerando positivi e morti… e chissà per quanto tempo lo faranno ancora. Nel frattempo, nelle case italiane, altre bollette, quelle della luce e del gas, sempre impietosamente, si apprestano ad arrivare. Eh, sì, il “caro bollette” ci spegne le energie residue, come se il Covid-19 e la crisi economica non bastassero.

Mentre la politica sembra aver esaurito tutte le sue energie nella scelta del Presidente della Repubblica, o meglio per la riconferma, attendiamo le mosse del Governo per contrastare il “caro energia”. Siamo in attesa dei fondi PNRR, aspettiamo che la pandemia ci abbandoni e che adesso la sospesa questione del “caro energia” venga finalmente affrontata.

Gli aumenti colpiranno tutte le tasche degli italiani, indistintamente. I più preoccupati, sono i proprietari di capannoni o piccole e medie attività ad alto consumo di energia, cosiddette energivore. La voce di spesa riferita ai consumi è un costo fisso che si prospetta addirittura triplicato.

Quasi elettrificati dall’ansia, si resta sempre in attesa delle prossime mosse politiche-economiche. Mentre simboliche proteste di ristoratori sarcasticamente invitano a cenare a lume di candela, sullo sfondo ad est dell’Europa, le vicende geopolitiche di Russia e Ucraina accendono una spia di allarme per una guerra economica proprio sul potere che deriva dal controllo delle fonti energetiche.

Eppure, la via verso la luce c’è e c’è da sempre per l’Italia. Siamo il Bel Paese dal clima e dal sole invidiati, soprattutto nel Meridione. Il nostro vaccino contro il rincaro delle bollette è un’immediata riconversione del sistema dell’energia nazionale in fonti rinnovabili. Il PNRR ci impone più di prima una repentina transizione ecologica, ma il tempo perduto in anni di inerzia politica sul tema è oggi un fulmine, non inaspettato, che complica il problema.

Al momento è pronto uno sforzo economico governativo di diversi miliardi per tutelare gli italiani dall’imminente rincaro. Ma la domanda è: sapevamo di essere in ritardo sulle politiche comunitarie di riconversione energetica da tempo e che abbiamo fatto? Incuranti come le cicale abbiamo cantato tra propagande e slogan politici e ora frettolosamente sprechiamo risorse pubbliche, sempre, in attesa che un vero processo di riconversione si compia e ci conduca all’indipendenza e autonomia energetica.