AGI – “Sai Francesco, hai la pressione alta…Noi pensiamo che ti farebbe bene qualche mese fuori dall’Italia. Ci sarebbe molto bisogno di uno come te in Bulgaria”. Così Francesco Zambon, all’epoca funzionario della sede di Venezia dell’Oms, racconta nel suo libro ‘Il Pesce Piccolo’ edito da Feltrinelli come gli venne proposto di andare a lavorare in Bulgaria poche ore dopo che aveva riportato ai suoi superiori di essere stato intervistato dal programma tv ‘Report’ sulla vicenda del rapporto pubblicato e poi sparito nel giro di 20 ore dal sito dell’Oms il 14 maggio 2020.
“Da bravo scolaretto – scrive, ricordando l'”episodio ai limiti della realtà” accaduto il 24 settembre 2020 – riportai ai miei superiori incluso Hans Kluge (direttore europeo dell’Oms, ndr) dell’agguato sotto casa. Insistetti sul fatto che il giornalista sapeva perfettamente com’erano andate le cose”.
Spiega che ricevette una telefonata da quella che lui definisce “una persona molto influente nella torre d’avorio. Mi chiedeva come stavo dopo l’incidente della mattina (il riferimento è all’intervista, ndr). ‘Gentile a preoccuparsi’, pensai. Poi arrivò al dunque: ‘”Sai Francesco, hai la pressione alta…Noi pensiamo che ti farebbe bene qualche mese fuori dall’Italia. Ci sarebbe molto bisogno di uno come te in Bulgaria”. Stetti qualche attimo in silenzio. Cosa c’entrava la mia pressione che, specie in quel momento, era sicuramente altissima? Per quale motivo parlava al plurale? E perché andare in Bulgaria proprio quando stava impazzando la seconda ondata di Covid? E soprattutto a fare cosa? Chiesi se era una punizione. ‘Ma no, assolutamente! Una punizione per cosa? Devi vederla come un’opportunità di crescita e come una cosa positiva…Certo la richiesta giungeva in tempi ‘sospetti’: non potevo credere che l’organizzazione che mi aveva completamente ignorato per mesi ora si preoccupasse della mia pressione arteriosa”.
In seguito Zambon non andò in Bulgaria per via delle difficoltà di spostamento legate alla pandemia.
Source: agi