Finocchiaro, i giudici travisano completamente i fatti, agiremo per far riconoscere la loro responsabilità civile.
“Vergognosa”. Carmelo Finocchiaro, presidente di Confedercontribuenti, non trova altre parole per definire la sentenza con cui la Corte d’Appello dell’Aquila ha respinto la richiesta di risarcimento avanzata dai familiari di sette studenti rimasti uccisi nel sisma che ha devastato il capoluogo abruzzese nel 2009. “Volendo usare un eufemismo, qualcosa non torna in questa sentenza – sottolinea il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti. – La Corte d’Appello afferma che la Commissione Grandi Rischi e la Protezione Civile avevano diffuso comunicazioni rassicuranti sullo sciame sismico in atto, e poi subito dopo accusa i ragazzi morti di ‘comportamento incauto’, perché avevano dato retta a quelle comunicazioni rassicuranti”.
“I giudici – prosegue Finocchiaro, – affermano che non c’è la prova del fatto che quelle specifiche rassicurazioni abbiano indotto gli studenti a restare nelle proprie case, e mettono in dubbio addirittura che i ragazzi fossero venuti a conoscenza della riunione che la Commissione Grandi Rischi aveva avuto qualche giorno prima. La Corte però dimentica che la Cassazione ha confermato la condanna a due anni di Bernardo de Bernardis, allora vicecapo della Protezione Civile. E non considera che quella riunione ha indotto diverse Autorità a diffondere messaggi rassicuranti nelle ore che hanno preceduta la scossa letale”.
La parte più clamorosa della sentenza, tuttavia, è quella che fa riferimento alle vicende di Nicola Bianchi, il ragazzo che avrebbe dovuto sostenere un esame il giorno dopo. “I giudici – riassume il presidente della Confederazione Nazionale delle Imprese e dei Contribuenti – ricordano che uscì in strada dopo la scossa delle 22.48. E questa sarebbe la prova del fatto che le rassicurazioni della Protezione Civile non l’avrebbero affatto rassicurato. Quella scossa aveva una magnitudo di 3.9, è tanto assurdo che il ragazzo sia uscito in strada terrorizzato?”
Per Finocchiaro, “è inconcepibile che i giudici affermino che gli studenti sono morti nel terremoto dell’Aquila per colpa di un loro comportamento, visto che hanno deciso ‘deliberatamente’ di restare nelle proprie case. La Corte d’Appello sembra travisare completamente i fatti, tanto che a questo punto riteniamo possano essere chiamati a rispondere per i danni che causano con questa sentenza. Confedercontribuenti agirà per far riconoscere la responsabilità civile di questi magistrati, perché lo Stato deve alle famiglie corrispondere il giusto risarcimento ai familiari delle vittime – conclude Finocchiaro. – Si tratta chiaramente di un risarcimento prima di tutto morale, nessuna somma di denaro servirà mai a sanare le ferite che ha lasciato quella notte”.