Il vetro di colore scuro, come quello per bottiglie da vino o da birra, puo’ aversi all’85-87% medio grazie a rottame riciclato, e puo’ anche arrivare potenzialmente addirittura al 100%. Contro una media del 30-35% di vetro riciclato per bottiglie in vetro chiaro. Il dato viene da Assovetro, l’associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria che ieri ha diffuso l’annuale report sulla propria attivita’ e sui risultati conseguiti nel processo di riduzione di consumi ed emissioni nel biennio 2021-2022, guardando alle sfide future che chiamano nel ruolo di protagonista un settore industriale che e’ simbolo del Made in Italy. Nel suo intervento, Marco Ravasi, presidente di Assovetro e amministratore delegato di Verallia Italia, ha sottolineato durante la tavola rotonda dal tema ‘Il vetro e la transizione ecologica’ tenuta presso Palazzo Ripetta, che se e’ vero che si parla molto di alleggerimento dei contenitori alimentari in vetro, e’ altrettanto vero che un altro driver fondamentale per la riduzione di CO2 e’ appunto il vetro di colore scuro. Questo – l’ambra o il verde smeraldo delle bottiglie di birra, cosi’ come il verde scuro delle bottiglie da vino e da olio – e’ prodotto con percentuali di rottame di vetro molto piu’ elevate di quelle utilizzate per il vetro chiaro, cioe’ di colore bianco o come il mezzo bianco, ovvero il verdino chiaro delle bottiglie da acqua. Maggiore e’ la percentuale di vetro riciclato immesso nel processo produttivo, minore e’ la temperatura di fusione del vetro e minori sono le tonnellate di CO2 prodotte per tonnellata di vetro. Se si considera infatti un forno di medie-grandi dimensioni (110mila tonnellate/anno), che produce vetro cavo in colore bianco, le emissioni di CO2 sono circa 64mila tonnellate/anno, contro invece le circa 53mila tonnellate/anno prodotte da un forno della stessa dimensione che fa vetro scuro, il che significa -11mila tonnellate/anno di CO2 (-17%). E qualora tutti i forni italiani che oggi producono vetro cavo in colore chiaro (extra bianco/bianco/mezzo bianco) si convertano alla produzione di vetro scuro, le emissioni di anidride carbonica del settore industriale calerebbero di circa l’8% sul totale delle emissioni prodotte in un anno, cioe’ meno 2 milioni di tonnellate di CO2 (dato 2022). E Verallia sta stimolando la discussione sul passaggio ai colori scuri con alcuni dei principali player del mercato del food e beverage italiano, con maggiore focus sulle aziende del settore alimentare, cosi’ come nel settore degli spirits. Aziende che sono spesso molto attente al tema della sostenibilita’ e che lavorano bene sull’alleggerimento dei contenitori, ma sono ancora molto ‘sensibili’ all’estetica del prodotto finito. Di qui l’invito da Assovetro e dai produttori di contenitori in vetro all’intero settore produttivo a considerare bene tutti gli aspetti che possono favorire una sostanziale riduzione delle emissioni di CO2 che si determinano con la produzione tradizionale, determinando comunque la preservazione di qualita’, distintivita’ e anche l’estetica del prodotto vetro. Il tutto con una minore ‘impronta carbonica’. (AGI)
RMU/RED