Una indagini, coordinata dalla procura di Brescia, e delegata al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, al Nucleo
di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e alla Compagnia di Rovato, in sinergia con le Autorità giudiziarie cantonali e federali svizzere, la polizia giudiziaria elvetica, e l’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria (Eurojust) e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia nell’ambito del progetto I-Can (Interpol
Cooperation Against ‘Ndrangheta), ha portato a un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 6 indagati per per aver promosso e materialmente eseguito un sequestro di persona nonché condotte estorsive, con modalità tipiche mafiose, ai danni di un imprenditore al quale sono stati sottratti beni per un valore di oltre 1,5 milioni di euro.
L’inchiesta è partita da indagini di polizia economico finanziaria su collaudato sistema di evasione fiscale alimentato da un circuito di fatture per operazioni inesistenti per oltre 250 milioni di euro attraverso la creazione e gestione di società operanti nel settore edile
dedite alla somministrazione illecita di manodopera, insistenti nelle province di Brescia, Milano e Bergamo.
Intercettazioni, accertamenti bancari e sequestri di denaro contante (oltre 2 milioni di euro), hanno reso possibile la ricostruzione di un articolato schema fraudolento. Nei confronti delle società coinvolte emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente, per oltre 27 milioni di euro, corrispondente alle indebite compensazioni effettuate mediante crediti d’imposta inesistenti e dell’imposta evasa conseguente all’omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali. (AGI)