Con il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti “non abbiamo mai litigato, voglio solo vederci chiaro: nella nostra civiltà giuridica non esistono norme retroattive, mentre queste proposte del Mef sono retroattive, siamo a metà anno e non era stato deciso così”. Lo ribadisce, intervistato dal Corriere della Sera, il vicepremier Antonio Tajani, tornando sulla questione dell’emendamento legato al Superbonus.
Quanto alla questione Sugar tax, “la Camera con il parere favorevole del governo ha approvato un ordine del giorno per rinviare di un paio di anni. Quindi, ripeto, parere favorevole dell’esecutivo. Se dovesse passare l’aumento del Mef, il costo delle bevande si alzerebbe, le aziende vedrebbero contratte le vendite, si perderebbero posti di lavoro: questa normativa italiana sarebbe disallineata rispetto alle norme europee. L’ha proposta con un emendamento il Mef, ma per noi è stata una sorpresa. Non va bene e noi siamo comunque contrari ad altri aumenti sulle tasse”.
Del testo del Mef “discuteremo in Parlamento, dopo aver ascoltato le aziende siamo pronti ad approvare delle modifiche. Sono due casi particolari, ma voglio essere chiaro: difendiamo i conti pubblici, vogliamo condividere fino in fondo una strategia complessiva e la tattica cui viene applicata”, sottolinea Tajani.
“Io non difendo nessun interesse corporativo, io difendo il lavoro, difendo il sistema italiano – spiega – e difendere le aziende significa difendere i cittadini e lavoratori”. Sul super bonus, ripete Tajani, “l’emendamento del Mef prevede di dettare nuove regole anche per i primi mesi del 2024 che ormai sono quasi del tutto trascorsi. Dobbiamo anche tenere conto di chi ha rispettato le regole. Non bisogna farne un caso di Stato, ma non sono mai stato consultato”. (AGI)
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