AGI – Le tensioni, sempre altissime, tra Russia e Ucraina sembrano in stallo, la situazione è sostanzialmente immutata in attesa di capire come evolveranno i negoziati diplomatici. Il presidente ucraino Zelensky ribadisce: “l’adesione alla NATO è una garanzia di sicurezza”, mentre il presidente degli Stati Uniti, Biden, prevede tempi lunghi: “La minaccia di invasione russa è molto elevata, penso ci vorranno giorni”, ribadendo tuttavia di essere pronti a rispondere con decisione a un attacco russo all’Ucraina.
Per la maggioranza delle testate internazionali le tensioni con la Russia e i timori di un’invasione sono il tema principale, ma anche sul web la discussione è entrata tra i trending topics. Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6 abbiamo analizzato le conversazioni sull’ipotesi del conflitto, analizzandone l’andamento nelle ultime settimane.
L’attenzione si è accesa a metà gennaio con andamento costante, fino a incrementare la quantità di contenuti pubblicati nelle ultime due settimane. Per la rete l’esito dell’escalation sarà purtroppo una “invasione imminente” che è la frase più presente all’interno dei contenuti pubblicati, insieme a “crisi ucraina”.
The United States is ready to keep engaging in diplomacy, but we are also ready to respond decisively to a Russian attack on Ukraine. pic.twitter.com/fpeUMiOar2
— President Biden (@POTUS)
February 16, 2022
Domani andrò in #Ucraina.
Gli obiettivi dell’Italia e di tutti i nostri partner sono quelli di ridurre la tensione ai confini tra Russia e Ucraina e di trovare una soluzione diplomatica alla crisi in atto: https://t.co/fP43ui1hfM— Luigi Di Maio (@luigidimaio)
February 14, 2022
In pochi credono al successo della diplomazia, nella prevalenza delle conversazioni sul web, la guerra sembra inevitabile. Da quando sono cresciute le tensioni tra Russia e Ucraina, provocando attenzione e preoccupazione nel contesto internazionale, abbiamo registrato diversi picchi di conversazioni, in rete.
25 gennaio: cresce la tensione. Consiglieri politici di Russia, Ucraina, Francia e Germania a colloquio a Parigi.
12 febbraio: manifestazione a Kiev contro la Russia, migliaia le persone in piazza.
14 febbraio: il cancelliere tedesco Olaf Scholz vola a Kiev, e il giorno seguente a Mosca in missione diplomatica per ridurre l’escalation.
16 febbraio: è il giorno indicato da alcuni funzionari statunitensi ed europei, per l’inizio di un attacco
17 febbraio: il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in un’intervista dice : “Non c’è certezza su quello che potrà succedere nei prossimi giorni”.
Tra i leader che in questi giorni si stanno misurando con la crisi internazionale, in Italia e all’estero, Putin (40% delle conversazioni) e Biden (23%) sono nettamente i più menzionati, in Italia, mentre Di Maio è chiamato in causa più di Draghi e Macron: per la rete sono questi i riferimenti della crisi, quelli seguiti con più attenzione con i quali si innesca engagement.
Per ognuno di loro le emoji che identificano disapprovazione (icone verde) e rabbia (icona rossa) sono prevalenti, mentre il sentiment, ossia l’indice di apprezzamento, non supera l’11%. In generale le audience esprimono un giudizio severo sui politici e i leaders che stanno provando a ridurre l’escalation ed evitare la guerra.
Sosteniamo l’impegno del governo italiano e degli alleati per arrivare ad una soluzione pacifica e duratura della crisi. #NoAllaGuerra pic.twitter.com/gTkNTGZZkj
— Enrico Letta (@EnricoLetta)
February 15, 2022
Manifestazione contro la guerra imperialista Usa-UE-Nato in Ucraina. Brescia, Partito Comunista. pic.twitter.com/T9tb6MYi4P
— Marco Rizzo (@MarcoRizzoPC)
February 12, 2022
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Sugli account social ufficiali dei leaders politici italiani prevale la prudenza. La crisi in Ucraina non occupa lo spazio principale nelle loro conversazioni, dalle quali generare engagement e thread di discussioni. Su Twitter dedicano pochi contenuti all’escalation del conflitto, preferendo concentrarsi su temi come il green pass, l’aumento dei costi delle bollette per famiglie e aziende, i referendum.
Invece gli utenti di TikTok, adolescenti e appartenenti alla generazione Z (nativi digitali nati tra il 1997 e il 2012) sono attenti alla crisi in Ucraina. In questi giorni i video su TikTok sui veicoli militari incolonnati sulle strade in prossimità dei confini tra Russia e Ucraina, sono diventati virali in rete.
Secondo MediaScope TikTok raggiunge 40 milioni di russi al mese e hashtag come #warukraine, #russiaukraine e #russiavsukraine hanno ottenuto nelle ultime ore, fino a 25 milioni di visualizzazioni.
TikToker molto noti come @novosileckij, hanno ottenuto quasi 1 milione di visualizzazioni per un video sull’eventuale invasione. I contenuti di Myca Hinton, studentessa americana di 21 anni che in bio si definisce una commentatrice di news e politica, ottengono migliaia di visite.
Secondo l’ultimo rapporto ufficiale fornito da TikTok, sulla trasparenza e sulle richieste di rimozione o limitazione di contenuti o account ricevute dai governi, nei primi sei mesi del 2021 è proprio la Russia il paese ad aver inoltrato più richieste: sono 1.898 le domande di rimozione inoltrate dalla Russia, rispetto alle 2.434 totali nel mondo.
Source: agi