Un ex militare diventato confidente e consigliere chiave dell’ex ministro della Difesa, ha scritto in un taccuino personale della necessità di provocare la Corea del Nord per giustificare lo stato di emergenza. Lo ha riferito la polizia che ha sequestrato il taccuino in questione a casa di Noh Sang-won, ex capo del Defense Intelligence Command (Dic), nella città di Ansan, 30 chilometri a sud-ovest di Seoul. Nell’ambito delle indagini della polizia sulla destituzione del presidente Yoon e l’arresto dell’ex ministro della Difesa Kim Yong-hyun, detenuto per il suo ruolo nella recente dichiarazione della legge marziale, spuntano quindi informazioni utili a capire i retroscena della recente crisi.
Secondo i dettagli resi noti dalla polizia, il taccuino di Noh, di circa 60 pagine, includeva una semplice annotazione che diceva “provocare un attacco del Nord alla Nll”, in un evidente riferimento alla Northern Limit Line (Nll), la linea che segna il confine marittimo delle due Coree nel Mar Giallo e punto di particolare tensione, poiché Pyongyang non riconosce la demarcazione, tracciata originariamente dalla Comando delle Nazioni Unite, alla fine della guerra di Corea (1950-1953). La scoperta sarebbe in linea con le accuse dell’opposizione sudcoreana: i deputati del Partito liberale democratico (Pd) ritengono che esistano prove che l’ex ministro della Difesa nazionale Kim Yong-hyun avrebbe tentato di provocare un’azione militare dal Nord per giustificare la legge marziale. A sua volta, anche Noh, stretto collaboratore di Kim, è detenuto per il suo presunto ruolo nella pianificazione dello stato di emergenza dichiarato il 3 dicembre dal presidente Yoon Suk-yeol, destituito dal Parlamento e in attesa di decisione dalla Corte Costituzionale sul suo futuro.
In relazione alla legge marziale, il taccuino contiene anche altre note come “chiudere l’Assemblea nazionale (Parlamento)”, apparentemente per impedire ai deputati di votare per l’abrogazione della legge marziale – cosa che riuscirono a fare la notte dei lavori – oltre a includere un elenco di politici, giornalisti, personalità religiose, leader sindacali e giudici come “bersagli di arresto”. La figura di Noh ha cominciato a essere nota al pubblico dopo che è stato accusato di essersi incontrato lo scorso 1 dicembre nei locali di una nota catena di hamburger sudcoreana con i suoi collaboratori – tra cui l’attuale comandante del Dic, Moon Sang-ho – per pianificare l’operazione “dichiarazione della legge marziale”.
Per aggiungere ulteriori dettagli bizzarri alla trama, è emerso che dopo essere stato congedato con disonore dall’esercito nel 2018 per aver commesso molestie sessuali nei confronti di un subordinato, Noh viveva e lavorava in un centro di divinazione ad Ansan. Il complotto sulla legge marziale ha aggiunto nuovi sospetti sui presunti collegamenti dell’amministrazione Yoon con diversi sciamani e occultisti. (AGI)