Cristoforo Colombo non era genovese ma un ebreo sefardita dell’Europa occidentale. E’ quanto hanno affermato scienziati spagnoli, dopo aver analizzato il Dna del famoso esploratore. I risultati dell’indagine sono stati annunciati ieri sera durante il programma speciale “Dna di Colombo: la vera origine” trasmesso dall’emittente Rtve, in concomitanza con la festa nazionale che commemora l’arrivo di Colombo nel Nuovo Mondo il 12 ottobre 1492.
La squadra, guidata dall’esperto forense Miguel Lorente dell’Università di Granada, ha analizzato piccoli campioni di resti sepolti nella Cattedrale di Siviglia. “Abbiamo il Dna di Cristoforo Colombo, molto parziale, ma sufficiente” e il “Dna di Hernando Colon, suo figlio”, ha spiegato Lorente. “Sia nel cromosoma Y che nel Dna mitocondriale di Hernando ci sono tratti compatibili con l’origine ebraica”. Il Dna indica che l’origine di Cristoforo Colombo risiede nel Mediterraneo occidentale”, ha proseguito. “Se non c’erano ebrei a Genova nel XV secolo, la probabilità che fosse originario di lì è minima. Non c’era nemmeno una grande presenza ebraica nel resto della penisola italiana, il che rende le cose molto incerte”. Esclusa anche la Francia, restano la Sicilia – ritenuta anche questa una teoria poco valida – l’area mediterranea spagnola e le isole Baleari, che all’epoca appartenevano alla corona di Aragona.
I risultati di Lorente sono stati accolti con scetticismo da alcuni, ha segnalato il Guardian, ma il capo ricercatore ha difeso il lavoro, sottolineando che “niente sarà pubblicato prima che l’indagine sia completa”. Pochi giorni fa la stessa squadra di ricercatori ha dichiarato che dall’analisi del Dna dei resti di Colombo, di suo figlio Hernando e di suo fratello Diego è arrivata la “conferma definitiva” che lo scheletro parziale conservato in una tomba nella cattedrale di Siviglia è quello del famoso navigatore. Colombo morì a Valladolid, in Spagna, nel 1506, ma desiderava essere sepolto sull’isola di Hispaniola, l’odierna Repubblica Dominicana e Haiti. I suoi resti furono portati lì nel 1542, poi trasferiti a Cuba nel 1795 e poi a Siviglia nel 1898. (AGI)
SCA