Nel reparto di Rianimazione dell’ospedale San Francesco di Nuoro, dove sono ricoverati da stamattina, sono iniziate in serata le procedure di accertamento della morte cerebrale per il bambino di 9 anni, rimasto gravemente ferito nella strage familiare compiuta dal padre, e anche per il vicino di casa raggiunto da colpi di arma da fuoco.
Le loro condizioni erano apparse subito molto serie. Paolo Sanna, 59 anni – il vicino che l’omicida, Roberto Gleboni, 52 anni, aveva incontrato stamane sul pianerottolo dopo aver sparato alla moglie, Giusi Massetti, e ai tre figli – era stato soccorso dal 118 sulle scale dell’abitazione di via Ichnusa dov’è avvenuta la strage familiare. Si è salvato il figlio 14enne di Gleboni, mentre sono morte la moglie e la figlia maggiore Martina, di 26 anni.
In rianimazione si trova anche la madre di Gleboni, Maria Esterina Riccardi, 83 anni, al quale il figlio ha sparato prima di uccidersi. I medici non disperano di salvarle la vita, nonostante le condizioni restino gravi. La prognosi, contrariamente a quanto appreso nel pomeriggio, resta riservata.
La strage che ha sconvolto la città ha avuto ripercussioni emotive anche sui sanitari impegnati nel prestare le cure ai feriti. È stata attivata l’assistenza psicologica, estesa ai parenti presenti in ospedale. (AGI)