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Strage della farina, ancora più dubbi che certezze

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Il drammatico esito dell’assalto a un convoglio di aiuti umanitari a Gaza ha sollevato innumerevoli dubbi sulle circostanze che hanno portato all’uccisione di 115 persone.
L’esercito israeliano ha ammesso aver sparato, ma ha affermato che la maggior parte delle vittime è morta nel corso di una “fuga precipitosa”.
“I soldati hanno sparato sulla folla perché la gente si stava avvicinando troppo ai carri armati israeliani”, ha detto un testimone citato dalla France Presse. Un ufficiale israeliano ha detto che “migliaia di persone” sono state coinvolte in una “fuga precipitosa” durante la quale “decine di abitanti di Gaza sono rimasti feriti e uccisi, alcuni dei quali schiacciati dai camion”.
Secondo la fonte, decine di persone “si sono avvicinate ai carri armati e alle forze israeliane” e “i soldati hanno sparato colpi di avvertimento in aria, poi a chi rappresentava una minaccia”.
Le riprese aeree diffuse dall’esercito israeliano mostrano una folla che circonda i camion degli aiuti. Ma la pubblicazione di queste immagini all’infrarosso, senza audio, ha sollevato molti interrogativi.
Non includono ciò che è accaduto all’inizio o alla fine della strage e i punti appaiono oscurati o pixelati. Due aree sembrano mostrare veicoli militari israeliani parcheggiati vicino alla strada dove è passato il convoglio.
Secondo il ministero della Sanità di Hamas a Gaza, 115 persone sono state uccise e più di 750 ferite. Hossam Abou Safiya, direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Gaza City, ha detto che tutte le vittime sono state colpite da “proiettili e schegge delle forze di occupazione”. Il portavoce dell’esercito israeliano, il contrammiraglio Daniel Hagari, ha ammesso la sera stessa della strage che “decine di abitanti di Gaza sono stati uccisi o feriti”.
Venerdì una squadra delle Nazioni Unite ha potuto visitare l’ospedale al-Chifa di Gaza e, secondo Stephane Dujarric, portavoce del segretario generale dell’ONU, ha visto “un gran numero di ferite da arma da fuoco”.
Georgios Petropoulos, dell’agenzia delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), ha detto che l’ospedale di al-Chifa sta curando “più di 200 persone”, tra cui “con ferite da arma da fuoco, amputati e bambini di 12 anni”.
L’esercito israeliano ha detto che il convoglio di 38 camion che trasportavano aiuti dall’Egitto era “entrato a Gaza per la distribuzione da parte di appaltatori privati”.
Il portavoce Hagari ha detto che velivoli e carri armati sono stati schierati per proteggere la rotta del convoglio, ma che non c’è stato alcun attacco aereo e nessun colpo è partito dai carri armati. Ha aggiunto che le truppe hanno condotto simili operazioni di protezione dei convogli “nelle ultime quattro notti senza alcun problema”. La maggior parte dei convogli umanitari per Gaza sono organizzati dalle agenzie delle Nazioni Unite, ma in un post su X, il capo dell’Unrwa Philippe Lazzarini ha dichiarato che né loro “né qualsiasi altra agenzia delle Nazioni Unite è stata coinvolta in questa distribuzione”. I camion sarebbero entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah con l’Egitto prima di essere controllati dalle autorità israeliane e avevano le insegne dell’organizzazione non governativa Jamiya al-Umma, anche se non è chiaro da quale Paese provenissero. (AGI)​​​​​​​

UBA