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Stasera in Tv 16 febbraio – TRA WESTERN COMMEDIA E STORIA

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Dal remake di “Quel treno per Yuma” alle nevrosi e fobie di Carlo Verdone, fino al mito della fondazione di Roma

C’è chi lo preferisce all’originale del 1957 con Glenn Ford che tuttavia dell’epica western non ha lasciato molte tracce. Più fortunato al box office il remake di mezzo secolo dopo, firmato dal newyorkese James Mangold, forse paradossalmente perché il genere illanguiditosi, ma mai scomparso, nel corso dei decenni ne fa un prodotto più prezioso, come rara opera d’antiquariato. “Quel treno per Yuma”(stasera su Iris Tv alle 21,00), sfida maledetta (un contadino accetta per denaro di fare da scorta, fino al treno per Yuma, ad un pericoloso malvivente), avvince con il suo senso dell’attesa, dilatando fino allo spasimo il racconto per immagini, tratto da quello letterario di Elmore Leonard. Russel Crow indossa i panni del cattivissimo.

Su Cine 34 alla stessa ora l’ansiogena commedia “Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992) di e con Carlo Verdone, che sciorina tutta la campionatura delle nevrosi e delle fobie di un giornalista romano impegnato nella ricerca di notizie sensazionali su Jim Hendrix, di cui vuol scrivere un’esplosiva biografia.

Al fianco del Verdone nazionale un’adorabile psicolabile (Margherita Buy), esemplare di quella galleria di donne impossibili da gestire, ma pur sempre affascinanti creature parte di quell’universo femminile che lo stesso Verdone definisce “molto più interessante, vivace e vario di quello maschile”, nonostante le insormontabili diversità e l’inevitabile scontro più o meno fragoroso tra le due parti sempre in conflitto, con conseguenze spesso disastrose per l’uomo, ex dominatore detronizzato dalla travolgente avanzata femminile.

Rai 4, intorno alle 21,20 propone il recente “Il primo re” (2019) regia di Matteo Rovere, che riporta indietro le lancette della storia al 753 a.C., anno della fondazione di Roma, brutale e violento racconto dell’irredimibile conflitto tra i due fratelli Romolo e Remo. Prodotto da Rai Cinema e girato tra il Lazio e l’Umbria, apprezzabile per la ricostruzione scenica, ha vinto un David di Donatallo per la migliore fotografia curata da Daniele Ciprì.