Dimezzare la quota attuale di sedentari e raggiungere il 78% di popolazione attiva; triplicare la quota attuale di bambini attivi; incrementare il numero di impianti sportivi pro-capite del 30% fino a raggiungere la media dei Paesi europei e dotare tutte le scuole di una palestra, oltre che ammodernare o riqualificare il 5% all’anno della dotazione impiantistica sportiva attuale. Sono gli obiettivi che si prefigge la roadmap ‘Visione 2050 – Italia in Movimento’ elaborata dall’Osservatorio Valore Sport e presentata oggi allo stadio Olimpico di Roma in occasione del secondo forum organizzato da The European House – Ambrosetti. “I numeri rappresentano una fotografia che dà un indirizzo. Se il 60% delle scuole non ha una palestra, se il 94,5% degli adolescenti non pratica attività sportiva secondo i criteri dell’Oms, se il welfare aziendale non prevede la presenza dello sport, è chiaro che deve intervenire l’agenda di governo. Abbiamo bisogno di valorizzare sempre di più la celebrazione delle vittorie, ma anche di promuovere il valore sociale del benessere psicofisico”, ha sottolineato il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi.
L’Italia è al quarto posto fra i Paesi Ocse più sedentari tra gli adulti e al primo posto tra i bambini.
Secondo il modello di stima elaborato dall’Osservatorio Valore Sport il costo sanitario della sedentarietà in Italia è stato pari a 4,5 miliardi di euro nel 2022 con un’incidenza sul totale della spesa sanitaria del Paese pari al 2,2%. “Dobbiamo cercare di lavorare a livello culturale. Fare sport è conveniente e servirà agire anche a livello fiscale per far sì che l’attività sportiva convenga”, ha ricordato Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute.
“Buona parte di quello che oggi facciamo lo dovremmo fare nella scuola, che è il convitato di pietra. Serve un piano Marshall, è indispensabile, che deve partire dalla scuola”, ha incalzato Giovanni Malagò, presidente del Coni, mentre per Beniamino Quintieri, presidente ICS, è necessaria “una vera e propria rivoluzione culturale. La scuola ha un ruolo fondamentale, ma bisogna anche lavorare sulle micro-imprese che sono più fragili. Le infrastrutture non sono sufficienti, così come un divario che va colmato tra nord e sud con il ritorno in infrastrutture al sud paga di più”; lo stesso vale per “il gender gap, anche se negli ultimi anni si sta riducendo”.
Luca Pancalli, presidente Cip, ha parlato di “situazione impietosa. Qui abbiamo un paziente che sembra sano se guardiamo i risultati, ma il corpo dentro poi un po’ di problemini li ha. Solo 4 scuole su 10 hanno la palestra e solo una su 10 è accessibile ai disabili. Il 94,5% di bambini nel nostro Paese, inoltre, è sedentario. Questa è una situazione drammatica, ma di fronte a un’analisi di questo tipo o si rimane all’interno dei propri compiti o si comincia a collaborare”. (AGI)