“Nei mesi scorsi abbiamo elaborato un apposito provvedimento legislativo che per la prima volta regolamenta il settore spaziale nel nostro Paese.
Esso contiene un insieme organico di norme coerenti con i trattati e gli accordi europei e internazionali, stabilisce la cornice di responsabilità dei privati (accanto a quella già prevista per lo Stato). Un apposito settore è dedicato all’adozione di un Piano Nazionale per la “Space Economy” che, attraverso una solida partnership pubblico-privato, possa facilitare una condivisione di obiettivi ma anche di rischi sottesi al loro raggiungimento”. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo discorso di apertura del Ministro Adolfo Urso al 14esimo International Meeting dello Iaf (International Astronautical Federation) in corso alla Pirelli Tower di Milano, alla presenza dei ministri e dei parlamentari competenti sulle materie aerospaziali e provenienti da tutto il mondo. “La nostra Legge darà all’ecosistema nazionale della ‘Space Economy’ una guida sicura per raggiungere i migliori obiettivi e garantire un utilizzo dell’ambiente spaziale sostenibile e utile allo sviluppo della scienza e della tecnologia. Mi auguro che questa legge nazionale possa servire nella predisposizione del Regolamento europeo sullo Spazio che la Commissione Europea intende realizzare per indicare la strada comune e armonizzare le legislazioni dei singoli Stati della nostra Ue”, ha sottolineato Urso. “L’Italia è da sempre leader globale nello Spazio. Quest’anno ricorrono 60 anni dal lancio del primo satellite artificiale italiano e da allora il nostro Paese si è affermato, sia a livello istituzionale che privato. Un ruolo che l’Italia ha svolto anche all’interno degli organismi multilaterali sia in ambito Onu e poi, ed aggiungo soprattutto, nell’Agenzia Spaziale Europea e nell’Unione Europea”, ha proseguito il ministro. “Nella ormai ben nota definizione di “Space Economy”, lo Spazio si caratterizza come la presente e futura frontiera dello sviluppo economico. Opportunità impensiabili fino a pochissimi anni da diventano sfide per le telecomunicazioni con tecnologie quantistiche, la navigazione satellitare e la cybersicurezza – ha detto ancora il ministro – un’esperienza che ci consente oggi di comprendere meglio i processi decisionali che spesso si collocano a metà strada tra il pubblico ed il privato. Lo Spazio ha infatti assunto sempre più i contorni non solo di un nuovo “nuovo dominio”, dopo quelli classici della terra, del mare e dell’aria, ma si è andato sempre più caratterizzando nei suoi aspetti politici e geopolitici”. “A metà degli anni Sessanta del secolo scorso, i paesi protagonisti della sfida spaziale decisero di cooperare con un approccio multilaterale, basato sul principio dell’utilizzo comune dello Spazio extra-atmosferico a beneficio dell’umanità intera”, ha aggiunto Urso per il quale “l’approccio multilaterale che aveva contraddistinto il primo mezzo secolo dell’avventura spaziale è stato però progressivamente sostituito da un approccio Statuale, visto l’enorme potenziale economico e strategico che lo Spazio era in grado di offrire. I singoli Paesi hanno, cioè, preso coscienza delle opportunità offerte dalle attività connesse all’utilizzo delle orbite spaziali. Una consapevolezza che ha spostato il baricentro decisionale tra multilaterale, nazionale e, all’interno di questo, tra pubblico e privato”, ha concluso. (AGI)
DAN