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Spagna: Sanchez rieletto a guida Psoe

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Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez è stato riconfermato alla direzione del Partito Socialista Operaio Spagnolo (Psoe), al termine del congresso tenutosi a Siviglia, in parte dominato dai casi di corruzione che hanno coinvolto suoi familiari e collaboratori.
Sanchez, alla guida del partito socialista spagnolo dal 2014 al 2016 e dal 2017 in poi, ha proposto una lista d 54 nomi per il Comitato esecutivo, che hanno ottenuto i voti di circa il 90% dei 1.028 delegati votanti.
Il 41mo congresso del Psoe è stato anticipato da Sanchez di un anno proprio per compattare i ranghi e mettere a tacere le voci critiche. Si è concluso, come previsto, con la riconferma di tutti i suoi fedelissimi ai posti chiave della formazione. Il ministro del Bilancio, Maria Jesus Montero, si è così consolidato nella sua posizione di numero due del partito, mentre Santos Cerdan resta segretario dell’organizzazione, posizione cruciale per il controllo dell’apparato.
Il congresso, iniziato venerdì, si è svolto in un contesto di indebolimento del Psoe e di Sanchez, a causa dei recenti casi di corruzione o di traffico d’influenza che lo hanno coinvolto indirettamente. Diversi membri dell’entourage del primo ministro sono attualmente oggetto di indagini giudiziarie, a cominciare dalla moglie Begona Gomez, suo fratello David Sanchez, ma anche Jose Luis Abalos, suo ex ministro dei Trasporti, considerato a lungo il suo braccio destro.
Emblematico di questo contesto di crisi, il fatto che il capo della federazione socialista della Comunità di Madrid, Juan Lobato, è stato costretto a dimettersi dopo aver coinvolto un consigliere della Moncloa, sede della presidenza del governo, in una vicenda che grava su Sanchez da mesi. Proprio nel giorno di apertura del congresso di Siviglia, Lobato è stato chiamato a testimoniare davanti al giudice che indaga sull’origine delle fughe di notizie riguardanti un accordo negoziato tra la giustizia e la moglie del presidente di destra della Comunità di Madrid, indagato per frode fiscale. Lo scopo dell’indagine è determinare se queste fughe di notizie provenissero dalla Moncloa.
Sanchez è inoltre indebolito dal fatto che il suo governo – formato dal Partito Socialista e dalla sinistra radicale di Sumar – non dispone della maggioranza assoluta in Parlamento, dove dipende dall’appoggio di numerosi piccoli partiti indipendentisti baschi e catalani. Sanchez è in difficoltà anche per le polemiche scatenate dalle tragiche inondazioni del 29 ottobre nel sud-est della Spagna, che hanno provocato almeno 230 morti. L’opposizione di destra lo ha accusato della gestione caotica dei soccorsi, anche se il presidente di destra della regione di Valencia, Carlos Arturo Mazón Guixot, è anche nell’occhio del ciclone. (AGI)
VQV