IL PESO DEL MILITARE
IL CONSOLIDAMENTO
Non a caso, tra le iniziative strategiche di Fincantieri figura al primo punto il “consolidamento nel settore militare in ambito nazionale ed internazionale”. Si va delle due nuove Fremm per la Marina (e i due sottomarini), all’operatività della joint venture Naviris, pronta ad accelerare sull’ambizioso programma delle nuove corvette europee. C’è anche il mercato statunitense a dare soddisfazione; è arrivata a maggio dello scorso anno la vittoria nella gara Ffg(x) della Us Navy, ottenuta dalla controllata Marinette Marine con un progetto basato sulla classe Fremm utilizzata dalla Marina italiana.
NUOVE TECNOLOGIE
IL CONTRATTO
Si inserisce in questo quadro il programma NFS, acronimo di Near future submarine, che prevede quattro unità per la Marina militare. Il contratto odierno copre le prime due, prevedendo già un’opzione sulle restanti, e il supporto logistico. La firma oggi con l’Organizzazione europea per la cooperazione in materia di armamenti (Occar). Le unità saranno l’evoluzione dei quattro sottomarini U212A in dotazione alla Forza armata, frutto della collaborazione sorta negli anni 90 tra Fincantieri e Thyssenkrupp, tornata sotto i riflettori a primavera dello scorso anno quando emersero nuove trattative. Quel programma consentì alla Marina italiana di dotarsi di quattro battelli: Todaro, Scirè, Venuti e Romei, consegnati tra il 2006 e il 2017, realizzati dal Gruppo italiano su licenza tedesca, e tutt’ora in prima fila in molti impegni della Forza armata, dall’antipirateria al monitoraggio delle infrastrutture, dalla tutela delle frontiere agli impegni targati Nato.
IL PROGRAMMA
Il programma NFS farà un salto nella nuova generazione, con le due consegne attese nel 2027 e nel 2029. “Risponde alla necessità di garantire adeguate capacità di sorveglianza e di controllo degli spazi subacquei, considerati i complessi scenari operativi che caratterizzeranno il futuro delle operazioni nel settore underwater e l’approssimarsi del termine della vita operativa delle quattro unità della classe Sauro” attualmente in servizio”, spiega Fincantieri. Per il Gruppo guidato da Giuseppe Bono “servirà inoltre a preservare e incrementare lo strategico e innovativo know-how industriale maturato, e a consolidare il vantaggio tecnologico conseguito dall’azienda e dalla filiera, perché sarà potenziata la presenza a bordo di componentistica sviluppata dall’industria nazionale”.
IL SALTO TECNOLOGICO
“Siamo orgogliosi che il riconoscimento delle nostre capacità da parte della Marina e del partner tedesco abbia portato a un’evoluzione dei rapporti tale da garantirci da un lato il ruolo di design authority, dall’altro quello di prime contractor”, ha spiegato Giuseppe Bono. “Rispetto ai sottomarini della classe precedente – ha aggiunto – compiremo un autentico salto tecnologico, a partire dalla progettazione e dal sistema di combattimento, sviluppato insieme a Leonardo e del quale abbiamo in carico l’integrazione a bordo”. Ciò consentirà all’Italia di restare “nella ristrettissima cerchia dei Paesi capaci di costruire unità così sofisticate”. L’attenzione è anche per la filiera: “Ancora una volta un qualificato indotto, composto da piccole e medie imprese del settore, sarà trainato dalle nostre attività, concorrendo a generare un notevole contributo in termini di Pil, occupazione e progresso nel campo della ricerca e sviluppo”.
IL RUOLO DI LEONARDO
Il contributo di Leonardo al programma vale al momento 150 milioni di euro, valore del contratto firmato con Fincantieri. La One Company guidata da Alessandro Profumo equipaggerà i due sottomarini con un nuovo sistema di combattimento per sottomarini. “Il Combat Management System – spiega l’azienda – beneficerà, grazie alle sinergie con i sistemi già forniti a bordo delle navi di superficie, di continui investimenti nello sviluppo e innovazione della linea di prodotto”. Per Leonardo il contratto rappresenta un ampliamento della proposta commerciale e delle prospettive nel settore navale, sia sul mercato domestico, sia internazionale.
fonte: formiche.net