di Lorenzo Lavacca
Nella serata di ieri, una fresca e piacevole sera di inizio estate, nella splendida cornice della terrazza Santorsola di Palazzo Beltrani in Trani, a pochi passi dal cuore storico della città, lì dove il Duomo si erge imperioso e il Castello Svevo ne fa da padrone, tra sacro e profano, storia e religione, è andato in scena l’evento culturale “Sono solo canzonette?” per la presentazione del libro Fenomenologia della canzonetta. Usi e abusi della parola, scritto dal Prof. Gianni De Iuliis ed edito da Palomar.
L’autore, dialogando con gli ospiti Maria Rosaria Coppola, Antonio Notarpietro, Antonio Procacci e Vito Santoro, rende assoluta protagonista della serata la canzone e tra un aneddoto del suo libro e l’altro si affida all’interpretazione musicale di Piero Altamura e Francesco Anzelmo. La scelta, tratta proprio dal suo libro, di spiegare attraverso delle canzoni cosa è l’Eros platonico o la concezione aristotelica dell’amicizia, piuttosto che l’origine pitagorica della musica stessa, intesa come scienza di liaison tra armonia e matematica, si rivela una scelta edificante, oltre che vincente per come viene concepita, e brani come Rimmel di De Gregori, A mano a mano di Cocciante e Rino Gaetano o Your song del mitico Elton John, giusto per citarne alcuni tra i tanti andati in scena, scaldano il pubblico e coronano una ossimorica serata di ripartenza nostalgica, dove il cuore dei presenti viaggia, tra una nota e l’altra, nei ricordi e nelle belle emozioni di ciò che per loro è stata e che sempre sarà la musica.
Parlando proprio dei presenti, l’evento ha registrato il tutto esaurito: erano presenti illustri intellettuali, tra cui l’editore Pino Pisicchio della casa editrice del libro, Palomar, docenti, accademici, amici dell’autore ma anche alunni, ex alunni già diplomati, neo-laureati e perfino bambini, in una cornice di pubblico tanto eterogenea quanto concordemente soddisfatta e culturalmente arricchita al termine della serata. Un plauso speciale va fatto, in questi casi, all’organizzazione che ha fatto sì che il tutto si svolgesse in piena ottemperanza alle norme anti-Covid, in quello che è stato il primo grande evento, per seguito e partecipazione, di ripartenza della città di Trani dopo il burrascoso periodo di emergenza sanitaria.
Al professor De Iuliis, dunque, vanno fatti i più sinceri complimenti per l’eccellente capacità di dialogo con i suoi ospiti e con i presenti tutti, nonché per aver letteralmente trascinato il pubblico in modo leggero e spensierato attraverso i suoi racconti e le sue spiegazioni, dimostrandosi un carismatico quanto travolgente padrone di casa in una splendida cornice di musica e di spettacolo ma, soprattutto, vanno altresì fatti i più calorosi ringraziamenti per aver concretamente unito per la prima volta la città e i suoi cittadini, dopo mesi di isolamento e di paura, semplicemente con delle canzonette, perché può sempre “nascere un fiore nel nostro giardino, che neanche l’inverno potrà mai gelare”. E se dovessi trovare una risposta alla domanda con cui il professore ha scelto di intitolare la serata, direi proprio che ha dimostrato anche ai più scettici che no, non possono essere solo semplici canzonette, ma un qualcosa di indescrivibile, grande e universalmente bello che è riuscito a tirar fuori dai cuori di tutti i presenti in una calda sera di inizio estate.