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Si fa strada l’ipotesi di un tetto al prezzo d’acquisto del gas

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Eurelectric, l’organismo associativo che mette insieme le associazioni delle imprese elettriche e del gas di tutti i paesi dell’Unione europea, ha approvato un documento che, per la prima volta, apre al “price cap”

di redazione

Eurelectric è l’organismo associativo che mette insieme le associazioni delle imprese elettriche e del gas di tutti i paesi dell’Unione europea. Ne fanno parte anche i gruppi italiani Eni, Enel e le utility.

Eurelectric, riunita a Bruxelles nei giorni scorsi, ha approvato alla fine di un serrato confronto un importante documento che, per la prima volta, apre all’apposizione di un tetto massimo al prezzo del gas sul mercato all’ingrosso europeo. Malgrado le forti perplessità emerse intorno ad una simile ipotesi in diversi paesi europei e tra le stesse imprese del settore, il prolungarsi della guerra in Ucraina e i pesanti effetti delle sanzioni a carico della Russia, stanno provocando un ripensamento, per evitare il default di parecchi operatori e cercare di mettere un argine alla volatilità dei mercati.

Le grandi imprese italiane, tedesche, francesi, spagnole e greche hanno aperto, imponendosi alle imprese più piccole, alla possibilità, in forma sperimentale, di mettere un tetto al prezzo d’acquisto del gas. E mentre le imprese riuscivano a raggiungere un accordo, il Consiglio europeo riunito contemporaneamente nella stessa città, registrava una netta divisione, con il premier polacco Morawiecki che scagliava contro il collega olandese Rutte l’accusa di opporsi al tetto (price cap) sui prezzi legati al Ttf, l’indice del prezzo spot (variabile) Ttf di Amsterdam, cui sono legati i contratti stipulati con la Russia, al solo fine di favorire un gruppo di trader olandesi.

Il documento di Eurelectric propone tre grandi linee di azione in direzione di una generale riforma del mercato dell’energia. Tra le proposte – ed è questa l’importante novità – anche quella di “affrontare alla radice la causa dell’aumento dei prezzi valutando il modo migliore per mettere un tetto al prezzo all’ingrosso del gas a un livello tale che realmente possa proteggere i consumatori”.

È necessaria l’adozione, dice il documento, di “misure di emergenza di breve termine per moderare la domanda di gas attraverso i settori a maggiore utilizzo implementando l’efficienza energetica e le misure di risparmio”.

Il tetto di cui si parla potrebbe essere di 150 euro a megawattora per i contratti a lungo termine, al momento quasi tutti legati al Ttf. Ma le aziende chiedono di andare oltre questa semplice misura, definendo un quadro normativo europeo capace di agire sulla domanda in una fase di costruzione di un percorso alternativo per l’approvvigionamento alternativo sul gas liquefatto (Gnl). L’azienda francese Engie propone che si indicano da parte degli stati aste periodiche, garantendo con sussidi pubblici l’allineamento dei prezzi.

Il documento approvato da Eurelectric parla della necessità di proteggere i consumatori, ma le grandi aziende elettriche sono mosse in realtà dalla paura di un rischio sistemico ul mercato del gas, infatti le imprese che stipulano contratti a lungo termine hanno l’obbligo di lasciare in garanzia somme adeguate al valore dei contratti stessi e alla volatilità (sistema “margin calls”). Pertanto l’allarmante aumento dei prezzi e l’accentuarsi della volatilità rendono sempre più oneroso il carico delle imprese e di ciò le maggiori conseguenze pesano sulle imprese di dimensioni più ridotte.