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Shoah: l’importanza della scelta. Le storie degli ebrei romani

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Tre storie, una di vita e due di morte. Tre storie che l’assessore alla memoria della comunità ebraica di Roma, Daniele Regard, ha voluto raccontare recandosi con Agi sui luoghi da cui queste

AGI – Tre storie, una di vita e due di morte. Tre storie che l’assessore alla memoria della comunità ebraica di Roma, Daniele Regard, ha voluto raccontare recandosi con Agi sui luoghi da cui queste storie sono partite. Emanuele Di Porto, Carolina Milani, il “bambino senza nome”, sono purtroppo i protagonisti. Le loro, sono storie che ruotano intorno a un tema caro alla Comunità Ebraica di Roma che è la più antica d’Europa.
Il tema è quello della scelta: “Scegliere se aiutare o denunciare. Decidere fra il bene e il male. Tutti abbiamo la possibilità di fare questo – ha detto Daniele Regard – tanti lo fecero e siamo grati a chi lo fece. Dopo anni, ci sono molte storie che ancora non si conoscono e che stanno venendo fuori piano piano. Il tema della scelta oggi è più attuale che mai. Oggi siamo davanti a situazioni non paragonabili con la Shoah ma di nuovo, gli ebrei sono sotto attacco, sotto accusa, cresce l’antisemitismo. E allora dobbiamo fare di tutto per attualizzare il concetto di memoria e usarlo come strumento contro il pregiudizio e l’ignoranza. Memoria non è solo cerimonie ed eventi ma un impegno costante da vivere per 365 giorni, pensando agli ebrei morti e lottando per i vivi”. Da Roma furono deportati 1024 ebrei. Ne tornarono 16: 15 uomini e una donna che era Settimia Spizzichino, unica sopravvissuta alla deportazione.

Di Maria Letizia D’Agata – fonte: AGI